Durante l’assemblea dem ha ribadito le sue volontà: donne e giovani al centro, partecipazione come parola chiave, un partito con le porte aperte
Con 713 firme, Enrico Letta è l’unico candidato alla segreteria del PD. «Saluto e ringrazio Zingaretti per avermi cercato. Siamo amici e lavoreremo insieme. Vorrei che oggi la discussione non si chiudesse, ma iniziasse. Mi candido a nuovo segretario ma so che non vi serve un nuovo segretario: vi serve un nuovo Pd» – così Letta ha commentato la sua candidatura, aprendo l’assemblea dem.
«Lunedì presenterò un vademecum di idee da consegnare al dibattito dei circoli per due settimane» – ha proseguito. – «Ne discutiamo insieme e poi facciamo sintesi in una nuova assemblea. Porrò il tema delle donne al centro della politica: lo stesso fatto che sia qui io e non una segretaria donna» – ha evidenziato Letta – «dimostra che esiste un problema sulla parità di genere. Io metterò al centro il tema delle donne: è assurdo che sia un problema».
«La parola chiave» – ha aggiunto – «è partecipazione, se mi eleggerete sulla partecipazione lavorerò come segretario. E poi l’idea di mettere insieme l’anima e il cacciavite. La nostra politica deve essere questo. Metterle insieme e non staccarle mai. La caduta della pandemia avrà la stessa forza energetica che ha avuto per quelli della mia generazione la caduta del muro di Berlino. La nostra canzone fu ‘Wind of changes’. Noi dobbiamo far sì che quello straordinario momento di entusiasmo si ripeta con la caduta della pandemia e noi come il Pd abbiamo il dovere di esserci, non con lo sguardo al nostro ombelico ma nella società».
Tornando sulla sua candidatura, Letta ha spiegato: «Non arriva qui un segretario che arriva qui sulle ali dell’esaltazione di quelli che lo osannano. Ho ricevuto più messaggi in pochi giorni che in sette anni, ma la vita è fatta così. Io sono qui per fare le cose. E citando Nino Andreatta: ‘Non c’è nulla di più sovversivo della verità’. Non dobbiamo essere il partito che parla dei giovani ma il partito che fa parlare i giovani» – ha aggiunto. – «I giovani saranno al centro. Noi dobbiamo essere il partito dei giovani, invece non li attraiamo. Solo se coinvolgeremo i giovani potremmo dire di aver vinto. Se non ce la farò, avrò perso la mia sfida qui. Per questo voglio mettere insieme un’università democratica».
«Il Pd deve spalancare le sue porte» – ha ribadito il candidato segretario. – «Dobbiamo fare un partito che abbia le porte aperte. L’apertura sarà il mio motto: spalanchiamo le porte del partito. Il governo di Mario Draghi è il nostro governo» – ha quindi rivendicato. – «È la Lega che deve spiegare perché ci sta. Io sarei molto felice se il governo di Draghi, di tutti insieme, senza polemiche, fosse quello in cui dar vita alla normativa dello ius soli che voglio qui rilanciare» – ha concluso.
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA / MATTEO BAZZI
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