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+1,8% rispetto a 6 anni fa, pari a 400 miliardi.
La crescita del Pil nel terzo trimestre del 2017 accelera rispetto al trimestre precedente, passando da +0,3% a +0,5%. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, spiegando che si tratta della tredicesima variazione congiunturale positiva, ovvero sopra la soglia “zero”. Non solo, il dato tendenziale, pari al +1,8%, risulta il più alto dal secondo trimestre del 2011, ovvero da oltre sei anni. Il terzo trimestre del 2017 ha avuto tre giornate lavorative in più del trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al terzo trimestre del 2016, precisa l’Istat.
Guardando al dato in valori assoluti, il Pil del trimestre risulta pari a 400 miliardi e 547 milioni di euro. Si torna così a superare una cifra tonda, dopo un lungo periodo passato sotto i 400 miliardi di euro. Si tratta infatti del valore più alto da quasi sei anni, ovvero dall’ultimo trimestre del 2011. Siamo però ancora sotto i picchi pre-crisi, raggiunti nel 2008, di circa il 5,9%. In altre parole, si potrebbe dire che l’Italia ha recuperato quanto perso durante la seconda recessione, mentre c’è ancora strada da fare per `rimarginare´ i danni provocati dalla prima.
Come la Francia, meglio della Gran Bretagna
Il Pil dell’Italia nel terzo trimestre del 2017 ha mostrato una crescita uguale a quella della Francia, superiore a quella della Gran Bretagna, ma inferiore a quanto fatto dagli Usa. Nello stesso periodo, infatti, il Pil è aumentato in termini congiunturali dello 0,7% negli Stati Uniti, dello 0,5% in Francia e dello 0,4% nel Regno Unito. Su base tendenziale fa peggio di noi (+1,8%) sullo la Gran Bretagna. In termini tendenziali, spiega l’Istituto di statistica, si è registrato un aumento del 2,3% negli Usa, del 2,2% in Francia e dell’1,5% nel Regno Unito.
Eurozona +0,6% terzo trimestre, +2,5% su anno
Nel terzo trimestre del 2017 il pil di zona euro e Ue-28 sono cresciuti dello 0,6% rispetto al trimestre precedente. Nel secondo trimestre era salito di 0,7% in entrambe le zone. Su base annua, l’aumento è stato di 2,5%. Sempre su base annua, il Paese dell’Eurozona che cresce di più è la Lettonia (6,2%), seguito da Cipro (3,9%), mentre Belgio (1,7%) e Italia (1,8%) quelli che crescono meno.
In calo solo l’agricoltura: “Pesa clima pazzo”
L’agricoltura è l’unico settore a fare registrare un calo congiunturale del valore aggiunto a causa del clima impazzito che ha avuto effetti devastanti nelle campagne con una storica siccità su cui si sono abbattuti violenti nubifragi a macchia di leopardo con danni stimati nei campi superiori ai 2 miliardi di euro nel 2017. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti divulgata in occasione della diffusione dei dati Istat sulla stima preliminare del Pil al terzo trimestre.
Gli effetti – si legge in una nota – si sono fatti sentire su tutte le principali produzioni del Paese, dal crollo del 23% della produzione di mele all’addio ad una bottiglia di vino su quattro anche se la qualità è risultata buona. In questa situazione di crisi – conclude l’associazione – si sono inserite anche manovre speculative per sottopagare i prodotti agli agricoltori con effetti sul valore aggiunto agricolo.
Fonte: La Stampa
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