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I nuovi termini di pagamento sono stati fissati da un emendamento al decreto legge
Dodici mesi di fatturazione al posto dei tredici, con un mese di pagamenti in meno che non sarà più ‘regalato’ agli operatori. Nonostante la contrarietà dei gestori, la politica ha deciso di mettere un freno alla fatturazione a 28 giorni, introdotta nel 2015. A fissare i nuovi termini di pagamento degli abbonamenti è un emendamento al decreto legge collegato alla manovra, presentato dal relatore Silvio Lai (Pd), in commissione Bilancio al Senato.
L’emendamento prevede che le bollette vengano fatturate su base mensile per abbonamenti telefonici, tv e internet, con l’eccezione delle offerte promozionali, che potranno avere scadenze inferiori al mese. Già qualche mese fa, l’Agcom, l’autorità garante delle comunicazioni, aveva deciso di avviare procedimenti sanzionatori nei confronti degli operatori telefonici Tim, Wind Tre, Vodafone e Fastweb per il mancato rispetto delle disposizioni relative alla cadenza delle fatturazioni e dei rinnovi delle offerte di comunicazioni elettroniche.
120 GIORNI – Gli operatori del settore, si spiega, dovranno adeguarsi alle nuove disposizioni entro il termine di 120 giorni dall’approvazione del decreto legge. L’esclusione di altre tipologie d’impresa, come le aziende fornitrici di gas ed energia, spiega il relatore, ”è dovuta alla logica constatazione che tale costi sono vincolati ai consumi e non all’arco temporale”.
INFO CHIARE – ”Era importante che si ponesse fine a una vicenda che sta molto a cuore ai cittadini”, sottolinea Lai. I fornitori di servizi dovranno inoltre ”garantire informazioni chiare e trasparenti sulle diverse offerte e l’Autorità del settore, con la sua vigilanza, assicurerà che gli utenti possano fare scelte informate. In termini di trasparenza, poi – conclude il senatore dem – abbiamo voluto fare un passo in più stabilendo che le aziende di servizi debbano dichiarare se la fibra ottica arriva al domicilio o solo alla centrale”.
PERCHE’ LE BOLLETTE VENGONO FATTURATE OGNI 28 GIORNI? – La fatturazione a 28 giorni, anziché a 30, è stata introdotta dagli operatori nel 2015, creando in questo modo una tredicesima mensilità extra. Inizialmente, per contrastare questa pratica, la soluzione per il consumatore era chiedere alla compagnia di recedere dal contratto.
CHE CAMBIA TRA FISSO E MOBILE? – Mentre per le compagnie della telefonia mobile vige il mercato libero, lo stesso non può dirsi per quelle fisse, controllate dall’Agcom. Già nel marzo scorso, l’Authority, con la delibera 121/17/CONS aveva stabilito la fatturazione mensile sui contratti di telefonia fissa, Adsl e fibra, vietando quella a 28 giorni. Le compagnie si sono rivolte al Tar, facendo ricorso contro la delibera, ma continuando di fatto ad applicare i rincari.
QUANTO PESA SUI CONSUMATORI? – Imponendo il pagamento ogni 28 giorni, a pagare un prezzo sproporzionato sono i consumatori che si ritrovano con un aumento del costo annuale dell’8,5%.
Fonte: QuiFinanza.it / Adnkronos
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