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Secondo Coldiretti, quest’anno aumenteranno i volumi di vendita. Boom anche di “fatto in casa”
Più made in Italy, anzi in “Milan”, tra i dolci di Natale del panettone non si può. Ed è partita la sua caccia che vede impegnati 3 italiani su 4 con tendenza in crescita per la più che tradizionale della Festa del 25 dicembre. Festa che si prolunga di fatto per giorni sino a 2018 inoltrato passando per fine e inizio anno nuovo, per concludersi il 6 gennaio giorno dell’Epifania, che, come dice il vecchio detto, “tutte le Feste porta via”.
A confermare quanto sancito dalla più che consolidata tradizione è un’analisi Coldiretti-Ixé dalla quale emerge che ad un mese dal Natale è già scattata appunto la corsa al panettone. Gettonato ovunque, ma con netta preferenza degli abitanti di nord e centro Italia, al prezzo medio, quest’anno, che si aggira sugli 8-9 euro, ma che può triplicare nel caso dei dolci artigianali più “ricchi” preparati nelle pasticcerie e nei piccoli laboratori. Il panettone, come rileva Coldiretti, sarà nettamente il dolce preferito dagli italiani per le feste che finirà sul 76% delle tavole, precedendo di poco il pandoro venduto a un prezzo medio leggermente più basso, sui 6-8 euro.
Tra le tendenze 2017 si registra anche un deciso ritorno al fai da te casalingo per sorprendere familiari e amici con la riscoperta delle antiche ricette della tradizione locale. In Calabria, ad esempio, si consumano i “fichi a crocetta” ricoperti al cioccolato e i torroncini, dolci al cedro e al bergamotto; in Campania è tempo di struffoli e roccocò, mentre in Molise dei “calciuni” a base di farina, vino, castagne lessate, rhum, cioccolato, miele, mandorle, cedro candito, cannella. In Puglia dominano i “porcedduzzi” (frittelline piccolissime con miele o zucchero).
Al nord, oltre agli affermati panettoni e pandori, ricorda Coldiretti, torna in Friuli la “gubana” (noci, mandorle, uvetta, miele, vino e rhum, avvolto in sfoglia); in Emilia il Panone di Natale di Bologna (a base di farina, mostarda di mele cotogne, miele, cacao, cioccolata fondente e fichi secchi); in Liguria mai tramontato il trionfo del “pandolce” (impasto di farina, uvetta, zucca candita a pezzetti essenza di fiori d’arancio, pinoli, pistacchi, semi di finocchio, latte e marsala ).
Non mancano, ovviamente, specialità nelle isole, come in Sicilia, con i “buccellati” di Enna (dolci tipici ripieni di fichi secchi). Poi, conosciutissimi, cassate, cannoli, “mustazzoli” (a base di mandorle, cannella e chiodi di garofano); “cubbàita” (torrone di miele con nocciole e mandorle o pistacchi.
Ma per chi non ha tempo e voglia di preparare leccornie in casa, sottolinea ancora Coldiretti, arriva il primo panettone con grano 100% italiano, frutto della collaborazione tra Sis, Società Italiana Sementi di Bologna, mulino Pivetti di Cento (Ferrara), Coprob (cooperativa produttori bieticolo-saccariferi) e la cooperativa Deco Industrie di Bagnacavallo (Ravenna). “Per produrlo – rivela Coldiretti – è stato utilizzato grano tenero della varietà “Giorgione”, da cui si ottiene una farina al top della qualità per la trasformazione in prodotti da forno. Selezionato, coltivato, raccolto e macinato in Italia.
Va ricordato che le origini del classico panettone si perdano, per così dire, nella “notte dei tempi”: base cilindrica che termina in una forma a cupola, ottenuto da un impasto lievitato a base di acqua, farina, burro, uova (tuorlo), al quale si aggiungono frutta candita, scorzette di arancio e cedro in parti uguali, e uvetta.
A Milano fino al 1900 erano in moltissimi tra fornai e pasticceri a produrre solo artigianalmente il panettone. Oggi però le grandi ditte industriali di panettoni sono dislocate in tutta Italia, anche se a Milano rimangono ancora “tanti” che producono un panettone secondo la ricetta tradizionale.
Così, a partire dagli anni 50 del secolo scorso si è affermata la produzione industriale del panettone grazie al quale il prodotto si è diffuso in tutta Italia tramite soprattutto la Grande Distribuzione Organizzata. Il panettone, da tempo esportato in molte parti del mondo come dolce tipico italiano simbolo del Natale, è tutelato dal 2005 da un disciplinare, che ne specifica gli ingredienti e le percentuali minime per poter essere definito tale.
Fonte: Teleborsa
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