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Il presidente americano Donald Trump festeggia, per il successo in Senato della riforma da lui fortemente voluta. Quali conseguenze, adesso?
Se il Congresso americano approverà il testo della rifoma fiscale sulla tassazione delle aziende, già approvato dal Senato, secondo Goldman Sachs gli utili per le società Usa potranno crescere del 14% nel 2018. Mentre dal punto di vista dell’indice S&P 500 si potrà arrivare a 2.850 punti nei 12 mesi.
D’altronde anche dal punto di vista dell’economia le attese sono di una crescita ancora robusta sia negli Stati Uniti sia a livello globale. Quella che Goldman Sachs definisce come esuberanza razionale si basa su un effetto combinato di trend negli Stati Uniti sopra le attese, una crescita dei tassi lenta e un miglioramento degli utili aziendali grazie alla riforma fiscale. Meno tasse per le aziende si tradurranno in maggiori profitti. Nel piano dei Repubblicani la tassazione sarà tagliata dal 35% al 20% e le aziende potranno riportare negli Stati Uniti quei 2,5 trilioni di dollari detenuti oltreoceano a un costo molto più basso.
Se questo avverrà, gli utili per le aziende potrebbero crescere del 14% nel 2018 e del 5% nell’anno successivo. Questo potrà fare da motore per i mercati anche per i due anni successivi, con un indice S&P500 a 3.000 punti nel 2019 e a 3.100 nel 2020. Dal punto di vista dei settori l’investment bank ha alzato il giudizio per gli industriali a overweight perché i settore beneficia sia un trend positivo in termini di spesa per investimenti sia dello scenario di forte crescita economica. Mentre i finanziari possono contare sull’effetto positivo dei tassi più alti e di un processo di deregulation.
Un altro settore che potrà trarre beneficio dalla riforma fiscale è quello delle small cap, che già possono contare su un contesto favorevole. Come sottolinea Mark Sherlock, lead portfolio manager di US Smid di Hermes investment management: “L’economia domestica degli Stati Uniti rimane forte, con bassi livelli di disoccupazione, inflazione modesta, crescita salariale e consumi meno legati all’indebitamento. In questo contesto favorevole, le società di piccole e medie dimensioni più orientate al mercato interno dovrebbero continuare a fare bene. Se si escludono gli eventi geopolitici esogeni, è difficile immaginare che l’economia statunitense entri in recessione nel prossimo futuro, soprattutto se sostenuta dall’attuale ripresa economica mondiale sincronizzata”.
Pictet asset management mette tra i vincitori anche le società del Biotech . Sottolineano da Pictet am: “Ciò che conta ancora di più per il Biotech è che ancora non sono stati prezzati i vantaggi legati alla riforma fiscale, che potrebbe costituire un incentivo per l’attività di M&A nel settore”. Gli esperti ricordano che già ci sono segnali di fermento nel comparto. Per esempio “Gilead ha recentemente annunciato l’acquisizione di Kite per 12 miliardi di dollari, operazione che ha innescato una riconsiderazione degli scenari di M&A risollevando le sorti di molte società a bassa e media capitalizzazione. Riteniamo che l’attività di M&A continuerà a sostenere le performance del settore biotecnologico”, dicono da Pictet am.
Dal punto di vista invece dei settori verso i quali essere più cauti, secondo Goldman Sachs c’è quello dell’information technology che ottiene un giudizio neutral perché questo comparto genera la maggior parte dei ricavi oltreoceano e quindi beneficerà meno della riforma fiscale rispetto ai titoli domestici. Per di più il settore si è apprezzato molto nel 2017 e ora i titoli trattano con un rapporto p/e (prezzo su utili) di 19 volte.
Fonte: MilanoFinanza
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