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Scende dal 6 al 3% e non colpirà l’e-commerce, giganti a parte
Cambia ancora la Web tax all’italiana, che punta a tassare i proventi dei giganti del web. Uno degli emendamenti alla manovra presentati dal presidente della commissione Bilancio, Francesco Boccia, prevede infatti una nuova formulazione per l’imposta che passa dal 6 per cento – fissato al Senato – al 3 per cento. La misura sarà applicata dal 2019, e dunque non porterà maggiori introiti per il prossimo anno. La stima delle entrate è di circa 190 milioni, contro i 114 milioni previsti dalla versione uscita dal Senato a firma del senatore Pd Massimo Mucchetti. “La base imponibile viene stimata in 6.342 milioni di euro: applicando l’aliquota del 3% si determina un gettito annuo di competenza di circa 190 milioni di euro”, si legge nella relazione tecnica presentata.
La Web tax – che sarà votata domani dalla commissione – non si applicherà all’e-commerce, contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente dallo stesso Boccia. La misura prevede inoltre l’abrogazione della possibilità per le imprese residenti di compensare l’imposta pagata con il meccanismo del credito d’imposta, perchè sarà prelevata con l’applicazione di una ritenuta. Al tempo stesso si prevede una misura a difesa delle Pmi e delle start up, in quanto l’obbligo di versamento delle imposte scatta quando in un anno sono state effettuate almeno 3000 transazioni digitali. In questo modo la nuova Web tax – che si applicherà anche alle attività di data analitycs, cloud computing e sistemi di integrazione Ict – dovrebbe colpire solo i giganti del web come Facebook, Google o Amazon.
Poste sfida Amazon sull’e-commerce
Il presidente Boccia ha inoltre presentato un pacchetto digitale con un intervento sul fintech e nuove regole sulla protezione dei dati digitali. Oltre a questi anche un emendamento per l’armonizzazione dei requisiti pensionistici dei lavoratori poligrafici, ulteriori misure a supporto delle esportazioni e dell’internazionalizzazione dell’economia italiana, l’adozione di un piano nazionale di interventi nel settore idrico e la modifica alle norme sulla spedizione postale dei pacchi. E’ previsto infatti dal 2019 il servizio universale per i pacchi fino a 5 chili per Poste, che raccoglierà la sfida sull’e-commerce, attualmente nelle mani di aziende di commercio elettronico private, come Amazon.
L’esame della manovra slitta a mercoledì
Intanto prosegue a rilento il lavoro della commissione Bilancio, che non riuscirà a concludere i lavori in giornata. La manovra di conseguenza arriverà in aula mercoledì e non martedì mattina. L’inizio delle votazioni è previsto a partire dalle 14. Da quel momento, dunque, il governo potrà porre la questione di fiducia sul documento. Non è escluso che possano verificarsi ulteriori rinvii rispetto all’inizio della discussione generale. Tutto dipende da quando la commissione riuscirà a licenziare il testo.
Fonte: La Stampa
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