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Dopo lo scandalo su Cambridge Analytica. NYT: si dimette il capo della sicurezza Stamos
(la Repubblica/Bloomberg) Facebook accusa il colpo dello scandalo dei profili rubati dalla società Cambridge Analytica e il titolo a Wall Street arriva a perdere quasi otto punti percentuali in una seduta complessivamente molto negativa per la Borsa Usa. A fine seduta la società di Mark Zuckerberg cede il 6,8%, una perdita che è la più pesante degli ultimi quattro anni, e trascina al ribasso tutto il comparto tecnologico.
Cinquantuno milioni di profili di elettori americani – secondo quanto rivelato dall’inchiesta giornalistica del Guardian e del New York Times- sono stati violati dalla società Cambridge Analytica, quando era al servizio della campagna di Donald Trump per la Casa Bianca, e i dati sono stati usati per influenzare il voto.
Secondo il New York Times Alex Stamos, capo della sicurezza dei dati, lascerà Facebook. All’origine delle dimissioni ci sarebbe il disaccordo con l’azienda per quel che riguarda il modo in cui il social ha gestito il tema della diffusione di notizie e fake news.
Sulla vicenda prende posizione l’Unione europea con la commissaria alla Giustizia Vera Jourova secondo la quale “da una prospettiva Ue, il cattivo uso per fini politici di dati personali appartenenti agli utenti di Facebook, se confermato, è inaccettabile e orripilante”. Jourova è appena arrivata negli Usa dove incontrerà i responsabili della società con cui è già in contatto, e i rappresentanti del governo Usa, in particolare i segretari Wilbur Ross e Jeff Sessions, con cui dovrà discutere dell’applicazione dell’accordo Ue-Usa sulla protezione della privacy e le nuove regole su Internet e cloud.
“Non sono una spia e sono pronto a parlare con l’Fbi e davanti al Congresso americano”, afferma – secondo quanto riporta la Cnn – Aleksandr Kogan, l’accademico che attraverso l’app ‘Thisisyourdigitallife’ ha raccolto le informazioni su 50 milioni di americani, provocando lo scandalo che sta travolgendo Facebook. Quelle informazioni, infatti, sono state acquistate da Cambridge Analytica, la società di dati che avrebbe aiutato Donald Trump nelle elezioni del 2016, ma avrebbe giocato un ruolo importante anche nel voto sulla Brexit e in decine di altre consultazioni. Kogan, respingendo con forza l’accusa di essere una spia russa, contraddice quindi Facebook, che finora si è difesa affermando di aver autorizzato la raccolta di dati dei suoi utenti per scopi accademici. “Non abbiamo mai detto che il nostro progetto era finalizzato a una ricerca universitaria”, afferma, contestando il fatto che Facebook lo abbia radiato dal social network con l’accusa di aver violato gli accordi.
Per accedere ai dati, Cambridge Analytica avrebbe sfruttato un’applicazione chiamata ‘thisisyourdigitallife’ e presentata a Facebook e ai suoi utenti come uno strumento per ricerche psicologiche la cui raccolta dati sarebbe servita per fini esclusivamente accademici (una sorta di test che prometteva di rivelare alcuni lati della personalità). Scaricata da oltre 270mila persone, la app avrebbe consentito – attraverso le posizioni geografiche, le pagine seguite, i contenuti a cui gli utenti mettevano i ‘mi piace’ e anche le attività degli amici – di accedere ai loro dati e a quelli di ‘amici’ e ‘contatti’ di Facebook.
La pressione sul social network è cresciuta anche perché secondo le rivelazioni dell’inchiesta, la società sarebbe stata a conoscenza dell’utilizzo illecito dei dati già dal 2015 e si sarebbe attivata per chiederne l’immediata cancellazione, senza però informare gli utenti della violazione. Anche per questo paralementari americani e britannici si sono già mossi per chiedere chiarimenti a Facebook. Il parlamentare inglese Damian Collins, del partito conservatore, ha già chiesto a Zuckerberg di testimoniare in una commissione d’inchiesta della Camera dei Comuni.[:]