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Dove guadagnano decine di milioni
(Business Insider Italia) L’addio di Vittorio Colao a Vodafone, dopo dieci anni da amministratore delegato (ceo, chief executive officer secondo la dicitura anglosassone), fa tornare sotto i riflettori i manager italiani ai vertici dei grandi gruppi stranieri. Qui sotto una breve carrellata di alcuni tra i principali.
A prendere il posto di Colao come ceo di Vodafone è Nick Read, che in questo modo lascia il posto di direttore finanziario (cfo, chief financial officer) del colosso telefonico inglese. A raccogliere il testimone sarà l’italiana Margherita Della Valle, 51 anni, e già vice di Read. A nominarla ufficialmente direttore finanziario globale, tra le poche donne alla guida della finanza di un grande gruppo quotato sul listino del Ftse100, sarà l’assemblea degli azionisti di fine luglio. Laureata all’università Bocconi di Milano (come Colao), Della Valle è entrata nel gruppo Omnitel Pronto Italia, poi diventato Vodafone Italia, nel 1994. Quando, alla fine del 2006, Colao è tornato nel gruppo telefonico come ceo, l’ha chiamata a Londra con sé per affidarle incarichi di peso sempre maggiore.
Classe 1963, Luca Maestri è il vicepresidente senior e il direttore finanziario (cfo) della Apple, a diretto riporto del ceo Tim Cook. Laureato in economia all’università Luiss di Roma e con un master alla Boston university, Maestri ha debuttato in General Motors ed è entrato nel colosso tecnologico fondato da Steve Jobs nel 2013, come vicepresidente dell’area “finanza”. E’ diventato cfo di Apple nel 2014, quando ha preso il posto di Peter Oppenheimer. Nel 2017 ha ricevuto un compenso annuale di poco più di 24 milioni di dollari, che ne fa uno dei manager italiani in assoluto meglio pagati.
Nato a Napoli nel 1959, Mario Greco dal marzo del 2016 è amministratore delegato del gruppo assicurativo svizzero Zurich, dove è approdato a seguito di una movimentata (soprattutto nel finale) fase ai vertici delle Generali come ad. Laureato all’università di Roma e con un master alla Rochester University, prima di approdare al gruppo triestino nel 2012, Greco aveva lavorato nella società di consulenza McKinsey, in Allianz e nel gruppo Intesa Sanpaolo, come ad della società del risparmio gestito Eurizon. Soltanto nel 2016, quando per il gruppo svizzero di fatto ha lavorato 10 mesi, ha ricevuto da Zurich poco più di 7 milioni di euro.Al momento, il cinquantasettenne Diego Piacentini, laureato all’università Bocconi, è in aspettativa. Ma prima dell’agosto del 2016, quando decise di rispondere alla chiamata dell’allora premier Matteo lavorando per due anni “pro bono” per il governo italiano come commissario straordinario per l’agenda digitale, Piacentini era vicepresidente senior del colosso del commercio online Amazon. Prima ancora, aveva lavorato per 13 anni in Apple. Poi, la chiamata di Amazon, dove è stato per 16 anni prima di accettare – tra lo stupore dei suoi familiari – l’incarico governativo. E dove è possibile che presto ritorni, sia per il nuovo vento che tira in politica sia perché i due anni di aspettativa stanno ormai per scadere.
Dall’inizio del 2015, Marco Bizzarri, nato a Reggio Emilia nel 1962, è amministratore delegato di Gucci, tra i marchi di punta del gruppo francese del lusso Kering (dove dal 2012 è membro del comitato esecutivo). Laureato in economia all’università di Modena, prima di approdare in Gucci, ha ricoperto il ruolo di ad di Bottega Veneta, Stella MacCartney e Mandarina Duck. L’Espresso ha di recente riportato che Bizzarri, nel 2016, ha pagato circa 1,2 milioni di imposte in Italia per un compenso netto di 8 milioni di euro.
Nel mese di settembre del 2013, Francesca Bellettini, 47 anni, è stata nominata presidente e amministratore delegato di Yves Saint Laurent, uno dei marchi del gruppo del lusso francese Kering. Come Bizzarri, Bellettini, laureata all’università Bocconi nel 1994, siede nel comitato esecutivo del colosso transalpino guidato da François-Henri Pinault. In passato, ha lavorato per Prada, Helmut Lang, Gucci, Bottega Veneta; qui è stata chiamata da Pinault, che l’ha voluta a Yves Saint Laurent.
Sessant’anni compiuti lo scorso agosto, Fabrizio Freda, dal 2009, è amministratore delegato di Estée Lauder. Laureato all’università Federico II di Napoli, è entrato nel gruppo della cosmesi nel 2008, diventandone inizialmente presidente e direttore operativo (chief operating officer) dopo venti anni di carriera in Procter & Gamble. Nel 2016, il New York Times lo ha inserito al quarto posto della classifica dei ceo più pagati in assoluto: tutto merito dei 47,7 milioni di dollari ricevuti da Estée Lauder (attenzione, perché a fare da padrone è la componente azionaria, che si aggiunge allo stipendio vero e proprio, ai bonus e alle opzioni), in forte crescita dai 16,1 milioni del 2015.
Classe 1954, Antonio (Toni) Belloni è direttore generale di Lvmh dal 2001. Ne è anche membro del consiglio di amministrazione, oltre che presidente del comitato esecutivo. Laureato in economia all’università di Pavia e un passato in Procter & Gamble, Belloni è considerato il braccio destro di Bernard Arnault, il presidente e ceo del colosso del lusso francese Lvmh Moët Hennessy – Louis Vuitton. Il 26 ottobre del 2010, come rivelato a suo tempo da Le Figaro, ha realizzato una plusvalenza di 18 milioni di euro in un solo giorno esercitando una parte delle sue stock option e rivendendo i titoli Lvmh nel corso della giornata.
Dopo avere trascorso undici anni in Safilo, quasi tutti come amministratore delegato, nel 2013 Roberto Vedovotto è passato in Kering, dove guida come ad la divisione occhiali. Classe 1965, laureato all’università Bocconi e con un master alla London Business School, Vedovotto è a diretto riporto del numero uno di Kering, François-Henri Pinault. Siede nel comitato esecutivo di Kering insieme agli altri due italiani Bizzarri e Bellettini.[:]