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Wall Street brucia i guadagni del 2018.
(La Repubblica) – La guerra commerciale sull’asse Usa-Cina continua ad avere ripercussioni pesanti sul mercati. Le prime ad accusare il colpo del nuovo round di dazi annunciato da Trump per rispondere alla rappresaglia
cinese scattata dopo le prime misure americane sono le Borse asiatiche, che in mattinata segnano tutte un calo molto pesante. Tokyo archivia la seduta in calo dell’1,81% mentre Shanghai affonda a -3,78%.
Anche i listini europei trattano in calo, con l’eccezone di Milano che torna brevemente in positivo sul finale di seduta, salvo poi chiudere a -0,07%. Sulla piazza milanese si fa sentire anche l’indiscrezione del Financial Times di una possibile cessione del controllo di Recordati ai fondi Cvc, con il titolo che sul finale guadagna oltre due punti percentuali.In flessione anche tutte le altre piazze finanziari: Francoforte termina cedendo l’1,22%, Londra lo 0,6% e Parigi l’1,1%. Wall Street, che teme la guerra commerciale, amplia i cali: alla chiusura delle Borse europee il Dow Jones perde più di un punto percentualee azzera i guadagni del 2018, il Nasdaq e lo S&P 500 lasciano sul terreno lo m0,75% e lo 0,8% Intanto la Cina ha risposto subito alle minacce di Trump criticando la Casa Bianca e annunciando a sua volta contromisure forti. Il ministero del Commercio ha accusato gli Stati Uniti di praticare “estreme pressioni e ricatti”, mettendo in pericolo il “consenso raggiunto dalle consultazioni tra le due parti”.
Sul fronte delle valute l’euro scende sotto quota 1,16 sul dollaro e si attesta a 1,159 mentre dal forum Bce di Sintra il presidente Mario Draghi ha assicurato che la Banca centrale europea “rimarrà paziente nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi, e adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria”. L’Eurotower,ha detto Draghi, “assicura che il necessario sostegno da parte della politica monetaria resti al suo posto”.
Tra i dati macroeconomici di giornata, l’Istat evidenzia forti divari nella spese della famiglie tra le diverse aree della penisola, con quelle del Nord-Ovest che spondono in media 900 euro in più di quelle delle isole.
Petrolio ancora in calo sulla scia delle tensioni tra Usa e Cina in attesa del vertice Opec di venerdì che potrebbe allentare i limiti alla produzione. I contratti sul greggio Wti perdono l’1,53% a 64,82 dollari al barile (65,85 ieri sera a New York) mentre il Brent cede lo 0,7% a 74,8 dollari al barile.[:]