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Alla Camera scontro Lega-Pd: “Marchette”. Fiano: “E loro sono ladri”
(Il Fatto Quotidiano) “Abbiamo la soluzione, i soldi saranno stanziati nell’arco di un triennio”, esulta in serata Antonio Decaro, alla fine dell’incontro a Palazzo Chigi. Nel frattempo a Montecitorio si è consumato un violento botta e risposta tra i dem e il Carroccio su quello che è uno dei principali provvedimenti contenuti nel decreto Milleproroghe
di F. Q. | 11 settembre 20181 127Più informazioni su: Decreto Milleproroghe, Lega, PDMentre a Montecitorio il Pd fa ostruzionismo, a Palazzo Chigi il governo trova una sorta d’accordo con l’associazione dei comuni. “Abbiamo la soluzione, i fondi per le periferie saranno stanziati nell’arco di un triennio”, esulta poco dopo 22 Antonio Decaro, alla fine dell’incontro con i rappresentanti dell’esecutivo. Nel frattempo su quello che è uno dei principali provvedimenti contenuti nel decreto Milleproroghe si è consumato un violento botta e risposta tra il Pd e la Lega. Alla Camera, infatti, erano ben 82 i parlamentari dem iscritti a parlare per rallentare l’approvazione del decreto.
Un atto di ostruzionismo anticipato in giornata e attaccato dal leghista Alberto Ribolla. Il quale, per difendere il decreto, ha definito “marchette” i finanziamenti ai comuni per le periferie. “Questi fondi nascono da una legge approvata da questo Parlamento”, ha replicato il dem Emanuele Fiano. “Se un finanziamento destinato a tutti i comuni viene definito ‘marchette‘, allora noi ci sentiamo autorizzati a rivolgerci ai colleghi della Lega con ‘ladri e truffatori’, già condannati in primo grado e oggetto di un sequestro di ben 49 milioni rubati ai cittadini. Se queste sono marchette loro sono ladri”. Ovvia la rumorosa protesta arrivata dai banchi della Lega, nonostante fossero presenti pochi deputati. Il leghista Cristian Invernizzi ha difeso il collega Ribolla dando una singolare valutazioni linguistico giuridica del termine marchetta: “Quando la parola marchette, si dà una valutazione politica della norma, che rientra nella sfera del giudizio di un parlamentare e che quindi non rientra nel rivolgersi a colleghi con insulti”.
Nel frattempo ecco che Decaro usciva da Palazzo Chigi.“Abbiamo una soluzione, il principio è salvo, i fondi sono tutti salvi. Nel prossimo decreto del governo, la prossima settimana, saranno stanziati i fondi nell’arco di un triennio, sulla base delle effettive necessità dei Comuni”, ha detto il presidente dell’Anci. “Evidentemente è una mediazione, ma siamo partiti dalla decurtazione di 1,6 miliardi. Per alcuni non è la soluzione che volevamo ma abbiamo preso una decisione tutti insieme”, ha aggiunto il sindaco di Bari. Specificando che il governo non interverrà sul Milleproroghe. “Alcuni Comuni volevano che oggi si risolvesse il problema: abbiamo ottenuto un risultato importante che è quello di risolverlo tra una settimana visto che pare che domani non si potesse risolverlo in Aula col Milleproroghe”, ha spiegato il presidente dell’Anci. “Questo impegno del governo – – ha aggiunto – per noi è importante: ho spiegato al presidente del Consiglio che se non dovessero risolvere il problema interromperemmo le relazioni istituzionali”.
Un annuncio che non ha certo stoppato l’ostruzionismo Pd a Montecitorio. Dove sono intervenuti anche big del partito come le ex ministre Maria Elena Boschi e Marianna Madia. “Quella sulla periferie è una scelta frutto di un ideologismo senza senso che, attraverso un pasticcio normativo, rischia di diventare un caos amministrativo e quindi incertezza che imprigionerà le risorse dei Comuni”, ha detto l’ex titolare della Pubblica amministrazione. “Siete così bravi a cambiare idea ogni volta, che potreste cambiare idea anche sulle periferie”, è stata invece la provocazione dell’ex sottosegretaria di Paolo Gentiloni. “Se siete capaci di cambiare idea tre volte in 18 ore sui vaccini – ha aggiunto – sulla base delle prime pagine dei giornali, spero che i giornalisti siano così bravi da farvi cambiare idea anche sulle periferie. Tornate indietro in modo coraggioso, senza accordicchi. Una soluzioni a metà, che distingua tra figli e figliastri tra i comuni, sarebbe un danno per la credibilità dello Stato e un danno per i Comuni”.