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Muro contro muro. Tre ore di vertice non bastano. M5S: pensioni minime a 780 euro. I dubbi del Carroccio. L’ipotesi: taglio dei ticket sanitari.
È durato quasi tre ore, e non è stato risolutivo, il vertice di governo sulla prossima legge di Bilancio. Il premier Giuseppe Conte, i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i titolari dell’Economia, Giovanni Tria e degli Affari Ue, Paolo Savona, torneranno a riunirsi nei prossimi giorni per mettere a punto i numeri della manovra, sui quali ancora non c’è accordo. Al termine i protagonisti hanno insistito sui tagli agli sprechi, segno che bisogna trovare risorse per finanziare le tante richieste di Lega e 5 Stelle. «Il vertice — dice Conte — si è svolto in totale armonia ed è emerso l’obiettivo condiviso di provvedere ad una profonda revisione della spesa, volta a massimizzarne l’efficienza attraverso il taglio degli sprechi». Quello che sarà il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo del 2019 «sarà l’ultima cosa che saprete», aveva detto lo stesso Conte ai giornalisti prima del vertice, ricordando che la manovra si occuperà anche di sanità.
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