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Un rilancio del riscatto laurea, magari con qualche forma di agevolazione ai datori di lavoro che lo pagano, per consentire a un maggior numero di dipendenti senior di raggiungere i 38 anni contributivi necessari a centrare, con i 62 anni, la fatidica “quota 100”.
L’ipotesi è nella short list dei tecnici che stanno compilando le novità previdenziali della legge di Bilancio. Insieme con altre formule per la copertura dei buchi dei versamenti negli anni passati, comunque posteriori al 1996, che verranno confezionate con la “pace contributiva” o con un condono; ipotesi a sua volta al vaglio dei policymaker.
Il riscatto della laurea per i quotisti potrebbe muoversi sulla falsa riga dello schema utilizzato nella legge di Bilancio 2017 per agevolare gli esodi dei bancari in esubero attraverso il Fondo di solidarietà del credito ordinario e cooperativo. Una formula che potrebbe ora essere estesa ad altri fondi di solidarietà attivi in diversi settori come le assicurazioni, il trasporto pubblico o il neonato “fondo Tris” del settore chimico-farmaceutico. Il riscatto della laurea per i bancari, come scritto sul Sole 24Ore del 29 dicembre, era stato concepito insieme ad altre misure per ammortizzare l’uscita di 25mila esuberi nel settore bancario tra il 2017 e il 2019, tanto è vero che le domande sottoscritte insieme con l’azienda di appartenenza potranno essere ancora presentate fino al 30 novembre 2019. Bisognerà aspettare la chiusura del percorso per conoscere i risultati finali ma gli ultimi dati Inps sui riscatti sembrano confermare un aumento di domande.
Approfondisci: Il Sole 24 Ore[:]