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L’attentato a Strasburgo e l’incendio a Roma. Una giornata drammatica per l’Europa
Ho fatto tanti di quegli editoriali su attentati terroristici negli ultimi anni, che ormai mi è passata anche la poesia, mi sono annoiato da solo. Si tratta ogni volta di eventi drammatici, che colpiscono sempre vittime innocenti, perpetrati da “poveri diavoli”, armati da un’ideale folle, scaturito spesso da una politica internazionale guerrafondaia e opportunista, che è voluta chiaramente da chi poi in questi attentati non si spettina nemmeno un baffo.
Lo so, sono cose dette e ridette, da me e dagli altri, abbiamo esaurito l’inchiostro e i byte, e forse, cosa peggiore, abbiamo eroso anche l’ultima traccia di indignazione: è diventata routine.
E infatti, oggi, più di questo fatto, mi preoccupa l’incendio scatenatosi ieri nell’impianto di rifiuti Tmb a Roma.
Rivolgo un appello agli amici romani: chiudete le finestre, ma non chiudete gli occhi!
Le indagini sono in fase di svolgimento, e chi sono io per spoilerarvi il finale, ma si tratta ovviamente di un atto doloso, e cosa peggiore, una rappresaglia, a poche settimane di distanza dal sequestro delle ville dei Casamonica e delle altre famiglie della mafia romana.
Occhio per occhio, dente per dente, in perfetto stile mafioso. A dimostrazione che la criminalità organizzata è viva e vitale, ed è molto più di quello che hanno mostrato gli organi di partito, molto di più che divani kitsch e leopardi di ceramica.
E bisogna combatterla partendo dal suo cuore: il tessuto sociale e umano che, tacitamente e pavidamente, “tutto sommato” la sostiene e non la condanna. Perchè le ruspe non possono smantellare il “fanno anche cose buone”.[:]