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Salvare Carige non è giusto: è sacrosanto.
Lo dico subito, per sgombrare il campo dai dubbi sul mio punto di vista (qualora ce ne fosse bisogno), a riguardo della politica sulla salvaguardia degli istituti bancari. E’ vero, allora lo Stato dovrebbe salvare e nazionalizzare molte importanti aziende, poichè queste banche altro non sono che aziende, e io sono il primo a dire che un’azienda fallita debba fallire, ma diciamoci la verità: le banche sono un’altra cosa.
Quindi cosa c’è di male in ciò che sta facendo il governo, nella persona del ministro Tria? Perchè questo vi siete chiesti, leggendo il mio tweet di stamattina. Non c’è assolutamente nulla di male. Avrei qualcosa da ridire, al limite, sulla scelta di nazionalizzarla, il che la trasformerà nell’ennesimo costoso carrozzone (che peraltro già Carige È). Ma, a parte questo, è tutto giustissimo.
Perchè è giustissimo tutelare le migliaia di risparmiatori, che nella stragrande maggioranza non sono mica speculatori: sono la nonna, lo studente, la famiglia. E’ giustissimo salvare tanti posti di lavoro, è giustissimo permettere a una banca di continuare ad aiutare lo sviluppo delle piccole e medie imprese presenti del territorio (perchè Carige lo faceva… vero?). Non si tratta affatto di favorire gli interessi di spietate lobby di rettiliani, pagando un salvataggio coi soldi dei miseri contribuenti a cui nulla interessa di una banca, così come vorrebbero farci pensare le teorie complottiste tanto care ai fans dei five stars.
No, non è questo il motivo per cui ho paragonato i protagonisti di questa operazione a dei clowns.
Il motivo è che si tratta dell’ennesima giravolta da quando sono al governo, dopo la TAP, forse la TAV (sì caro Travaglio, al femminile, in quanto ci si riferisce ad una LINEA ferroviaria), le trivelle nello Ionio, ILVA, il silenzio sui fondi della Lega, le vaccinazioni, il 2,40%, e chi più ne ha più ne metta (dovrei dedicare un intero articolo solo a questo elenco). [Faccio un inciso sulla mossa marketing del 2,40%, che si legge per convenzione “due e quattro” ma non è il “due virgola ZERO quattro” a cui sono arrivati: la differenza sono MILIARDI e ve ne accorgerete sul reddito di cittadinanza e sulla quota 100].
Di Maio adesso accarezza i gilet gialli, dopo il ritrovato sodalizio stile Boldi-De Sica, con l’inviato speciale Di Battista, ma non sa/capisce/vuole capire che questo enorme fenomeno, questo inedito movimento, peraltro da parte mia assolutamente deprecabile da ogni punto di vista, non si è ancora visto in Italia solo perchè al governo ci sono quelli che sono stati votati dalle persone che sarebbero altrimenti diventati dei gilet gialli italiani, e quindi PER ORA sono dormienti. Ma il vice-premier [complimenti a Christian Bale per il Golden Globe per l’interpretazione nei panni di Dick Cheney nel film VICE, dedicato all’uomo che ha governato realmente, alle spalle di Bush Jr.] sta scherzando con il Libro delle Ombre, e questa necromanzia gli potrebbe presto dire male.
Eh sì, perchè insieme al suo amico che si cambia più divise di un Playmobil, inizia a capire cosa significhi davvero essere nei panni di chi ha potere, e forse ora, in segreto, empatizza con il nemico Renzi. Come diceva Giulio Andreotti “il potere logora chi non ce l’ha”, e questa carenza ti fa dire tutto e di più, ma poi quando ti ritrovi a portare quei pantaloni, capisci che devi fare anche scelte giuste, sebbene impopolari e IMPOPULISTE.
Solo che a questo “iniziare a capire” ci si stanno avvicinando pian piano sempre più tutti quei milioni che lo hanno votato, che torneranno a dire il patetico “tanto sono tutti uguali”. E quando, maturata appieno questa disillusione, terminata questa stagione di odio e miopìa, si riverseranno nelle piazze vestiti come ausiliari del traffico, non credo proprio che Di Maio & co. vorranno abitare quei palazzi e fare i furbi giocando ai piromani con gli incendi altrui.
Matteo Vallero – Direttore Business24
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