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Grande imbarazzo ieri in Campidoglio per le polemiche, e le critiche, legate alla scelta di tenersi tutte le monetine depositate sul fondo della Fontana di Trevi
Al punto che Virginia Raggi ha dovuto correre ai ripari facendo filtrare la sua irritazione e convocando una riunione con i servizi sociali, il dipartimento Cultura e i funzionari del bilancio per «chiedere chiarimenti» su come gestire quel milione e mezzo di euro che vengono recuperati ogni anno dai fondali. E soprattutto su come evitare la figuraccia. Tradotto: il Comune continuerà in qualche modo la collaborazione con la Caritas a cui erano tradizionalmente destinati gli spiccioli tuffati nell’acqua dai turisti. Alla fine lo strumento scelto potrebbe essere quello del protocollo con Caritas che sancirebbe un principio: quei soldi non sono di proprietà della Caritas e il Comune potrebbe esercitare un controllo di trasparenza. Tutto inizia con una memoria di giunta firmata Raggi che chiude il rapporto con Caritas a cui viene concessa una proroga di tre mesi a partire dal 31 dicembre «e comunque non oltre». Parole che hanno provocato il gelo e l’amarezza della diocesi romana abituata con quei soldi a realizzare progetti sociali dedicati ai più bisognosi.
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