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Da una parte il presidente del Parlamento, Juan Guaidó, dall’altra l’erede di Chavez, Nicolas Maduro, che taglia i ponti con gli Usa e scatena la magistratura. E l’Europa ha già scelto con chi stare
Il Venezuela ha due capi di Stato: Nicolas Maduro, succeduto a Hugo Chavez nell’aprile del 2013, e Juan Guaidó, che si è autoproclamato presidente nel corso di un comizio e sotto lo sguardo attento e interessato a Washington di Donald Trump, che non ha esitato a riconoscerlo quale unico e legittimo interlocutore “a interim” a Caracas. Lo stesso il Canada e l’Unione europea per bocca di Donald Tusk e Antonio Tajani. “Oggi nella mia veste di presidente dell’Assemblea nazionale, invocando gli articoli della Costituzione (…) davanti a Dio onnipotente, giuro di assumere formalmente i poteri dell’esecutivo nazionale”, ha affermato Guaidó, arringando la folla a una manifestazione contro l'”usurpazione” della presidenza da parte di Maduro. Per il presidente americano questi è un presidente illegittimo mentre l’Assemblea nazionale è “l’unico ramo legittimo del governo debitamente eletto dal popolo venezuelano”. E se il successore di Chavez usa la forza per reprimere le proteste, “tutte le opzioni sono sul tavolo”.
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