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Le luci dell’albero di Natale non si erano ancora spente quest’anno, e i botti delle candidature per le prossime presidenziali negli Usa erano già in piena successione nel firmamento di Washington
Una lunga fila di pretendenti si è affacciata con 23 mesi di anticipo sulla scena del voto del 2020, circa cento giorni prima di quella precedente. L’eccitazione è alta in campo democratico, dove il movimento di protesta contro l’attuale presidente ha aperto varchi profondi in diversi segmenti dell’elettorato, come si è visto nelle elezioni di metà mandato lo scorso novembre. Le donne hanno preso la testa di quel movimento: sono corse numerose ai seggi ma hanno anche iscritto un numero record di candidature nei distretti dei singoli stati. Le due ali del legislativo inaugurate il tre di gennaio contano 37 nuovi volti di donna: 32 alla camera e 5 al senato, e molte tra loro rappresentano presenze di rottura. Dalla giovanissima Ocasio Cortes che spinge ancora più a sinistra la componente contestataria, alla musulmana Ilhan Omar dal linguaggio disinvolto e abrasivo, che non mostra nessun timore reverenziale di fronte all’istituzione che ha conquistato a nome della sua comunità.
Approfondisci: Il Mattino[:]