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L’organismo ha respinto la richiesta del Tribunale dei ministri per il vicepremier leghista con 16 no su 23
L’esito era scontato dopo il voto on-line di M5s. Ma nel Movimento restano forti turbolenze. Escono tutti un po’ sconfitti dal voto degli iscritti al Movimento 5 stelle sulla richiesta di autorizzazione a procedere verso il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Il responso è stato una vittoria del No, che è stato confermato nella riunione della giunta del Senato per le immunità, chiudendo le porte del processo (come chiesto dal Tribunale dei ministri di Catania) a Salvini in relazione alla vicenda della nave Diciotti e dei 177 migranti, trattenuti per giorni a bordo nel porto catanese, lo scorso agosto. I no al procedimento, che hanno così accolto la proposta del presidente Maurizio Gasparri, sono stati 16 su 23 (anche Forza Italia ha votato no), con solo 6 contrari. Ne esce sconfitta la democrazia rappresentativa: si fatica a capire, infatti, perché 11 milioni di elettori che hanno eletto 327 parlamentari pentastellati, alcuni dei quali (i presenti in giunta) pagati appositamente per studiare le carte di una delicata vicenda processuale, abbiano dovuto delegare la decisione a poco più di 50mila persone che, non avendo accesso ovviamente a quelle carte, hanno dato un voto solamente sulla base delle proprie “sensazioni”.
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