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Netto taglio rispetto alla stima di novembre, solo la Turchia subisce un declassamento peggiore. Pesa il rallentamento del commercio globale. Sostegno al reddito non basta di fronte alle incertezze politiche e al calo di fiducia
L’Italia come l’Argentina e la Turchia, unica tra le grandi economie dell’area Ocse ad avere il segno “meno” davanti alla previsione di crescita per il 2019. Dopo la recessione tecnica della seconda parte del 2018, confermata ieri dall’Istat seppure con un lieve miglioramento dei numeri sul quarto trimestre, l’Organizzazione parigina è la prima grande istituzione a tagliare così tanto la proiezione sul 2019 italiano da portare la previsione di andamento economico in negativo. Sforbiciando di ben 1,1 punti percentuali la sua previsione, l’Ocse stima ora per l’Italia un anno da -0,2 per cento di Pil. Lontano anni luce da quel +1 per cento rimasto nel quadro macroeconomico previsto dal governo a dicembre, che dovrà esser per forza revisionato con il Def di aprile. E numero al quale reagisce il premier Giuseppe Conte: “Siamo consapevoli della congiuntura economica sfavorevole, dobbiamo puntare su export e sostegno a domanda interna”.
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