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Continua il negoziato, Bruxelles rinvia la decisione al 2 luglio. Stallo sulle nomine, trattativa a oltranza sul capo della Commissione
«Parole, parole, parole…». La prima reazione che arriva al mattino da un alto funzionario Ue (non italiano) alla lettera di Giuseppe Conte è una citazione musicale. La celebre canzone di Mina non viene usata a caso. Serve per dire che nel messaggio del premier c’è tanto fumo, ma poco arrosto. E punta anche a sottolineare un altro aspetto considerato piuttosto inusuale: la lettera spedita a Jean-Claude Juncker e a Donald Tusk (tramite la rappresentanza italiana presso l’Ue) era scritta in italiano, non in inglese come si usa solitamente negli scambi tra Bruxelles e le capitali. «Se mai l’Italia dovesse riuscire a scongiurare la procedura – riassume una fonte Ue -, non sarebbe certo merito di questa lettera».
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