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Il differenziale Btp-Bund apre a 194 .
Avvio poco sotto la parità per le borse europee nonostante il sentimento di cauto ottimismo che si è diffuso sui mercati dopo le ultime dichiarazioni più distensive sulla disputa commerciale tra America e Cina da parte del presidente Usa, Donald Trump, e alcuni funzionari cinesi, che hanno almeno in parte fatto rientrare le preoccupazioni dell’escalation sulla guerra dei dazi.
Il Dax tedesco segna il -0,16%, il Cac 40 di Parigi fa il -0,2% e a Londra, che riapre oggi dopo il bank holiday di ieri, cede lo 0,3%.
Fa eccezione Piazza Affari, dove il Ftse Mib registra un rialzo del +0,25% a 20.727 mentre oggi parte la seconda tornata di consultazioni avviata dal presidente della repubblica, Sergio Mattarella, per la scelta del nuovo premier, con Pd e M5S che cercano la mediazione sul ruolo di Giuseppe Conte per un secondo mandato. La discussione si concentra anche sulla squadra dei ministri.
In attesa di una risoluzione della crisi di governo lo spread Btp-Bund apre a 194 punti base, sette punti in meno rispetto alla chiusura di ieri, per un rendimento del Btp a 10 anni pari all’1,255%. E a un ora dall’apertura il differenziale è sceso ulteriormente a 189 punti. Un andamento favorevole anche in vista dell’asta dei Ctz al 2021 che si terrà in mattinata (per un importo compreso tra 1,75 e 2 miliardi) che apre la tre giorni di collocamenti del Tesoro (domani tocca i Bot e giovedì ai Btp).
Le migliori blue chip di Piazza Affari in partenza di seduta sono, nel settore bancario, Intesa Sanpaolo (+0,48% a 1,949 euro), Unicredit (+0,41% a 9,62 euro) e Banco Bpm (+0,54% a 1,77 euro). Bene anche i comparti delle utility e dell’energia con Saipem che segna il +0,85%, Snam il +0,52% e Terna il +0,47%. In rosso invece Cnh (-0,69%), Pirelli (-0,59%) e Exor (-0,54%).
Tra le pmi si segnala Aquafil che al 30 giugno ha realizzato un utile netto di 10,7 milioni, in calo del 45,7% rispetto al primo semestre 2018. I ricavi sono scesi a 286,7 milioni (-1,6% rispetto allo stesso periodo del 2018).
Sul fronte macro arriva la conferma che l’economia tedesca è in decelerazione nel secondo trimestre, come accaduto nel terzo trimestre 2018. Il prodotto interno lordo tedesco è infatti sceso a -0,1% rispetto ai tre mesi precedenti (da +0,4%) portando la crescita tendenziale dal +0,7% a +0,4% (aggiustato per il calendario, dato grezzo a zero). Questi dati dell’istituto nazionale di statistica Destatis sono in linea con le stime preliminari diffuse la scorsa settimana.
A trainare al ribasso il Pil, spiega Destatis, la flessione degli investimenti, il crollo della produzione manifatturiera (-4,9%) legato anche al forte calo delle esportazioni, scese dello 0,8% al minimo da sei anni a questa parte.
Intanto in Francia l’indice di fiducia delle imprese manifatturiere di agosto è salito a 102 da 101 di luglio. Nel pomeriggio il focus per quanto riguarda i dati macro si sposterà negli Usa che pubblicheranno l’indice settimanale Redbook (14:55), l’indice Case Shiller di giugno (15:00) e l’indice di fiducia dei consumatori di agosto (16:00).
Nel valutario, l’euro/dollaro tratta appena sopra 1,11 a 1,1102, in leggero ribasso dagli 1,1116 dollari della chiusura di ieri, il dollaro/yen è sopra 105 a 105,711 e il crosso tra sterlina e dollaro è sopra 1,22 a 1,2224.
Approfondimento: Milano Finanza[:]