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Il gigante dell’acciaio presenta una proposta per andarsene, ma il Governo rincara la dose
Ci sarebbe un documento, con cifre e dati, all’attenzione del Governo che sul dossier ha delegato a trattare il presidente di Saipem Francesco Caio, con una agenda bruscamente interrottasi mercoledì scorso quando ArcelorMittal ha confermato, in un incontro al Mise aperto ai sindacati, la volontà di procedere a quasi 5mila esuberi tra il 2020 e il 2023, così dimezzando la forza lavoro. All’attenzione del Governo ci sarebbe una vera e propria proposta di risoluzione di ogni rapporto, con sul piatto un miliardo di euro: cifra alla quale ArcelorMittal arriva mettendo assieme la somma (500 milioni) per lo svuotamento del magazzino (fatto contenuto anche nell’esposto consegnato alla Procura di Taranto che infatti ipotizza l’appropriazione indebita aggravata: riconoscendo l’addebito e versando la cifra relativa anche il fronte penale perderebbe di rilievo), la fideiussione (90 milioni di euro) intestata a favore dell’Ilva a garanzia del pagamento dei canoni di fitto (15 milioni al mese), la rinuncia agli investimenti ambientali finora sostenuti (altri 400 milioni di euro).
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