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Prezzo del petrolio in rialzo con gli Stati Uniti che hanno dispiegato truppe extra in Iraq.
Borse europee sotto pressione in avvio di seduta per i venti di guerra in Medioriente. Il generale iraniano,
Qassem Soleimani, capo dell’unità speciale Forza Quds e protagonista della crescente influenza militare dell’Iran nel Medio Oriente, è stato ucciso in un attacco aereo effettuato oggi dagli Stati Uniti sull’aeroporto di Baghdad.
Anche il comandante della milizia iraniana, Abu Mahdi al-Muhandis, un consigliere di Soleimani, è morto nell’attacco che è stato autorizzato dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. La morte di Soleimani non fa altro che inasprire la “guerra ombra” tra l’Iran e gli Stati Uniti e i suoi alleati, tra cui spiccano Israele e Arabia Saudita, che potrebbe portare ad altri attacchi di ritorsione. La Guida Suprema dell’Iran, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso una severa vendetta.
L’Iran è impegnato in un lungo conflitto con gli Stati Uniti, che si è inasprito rapidamente dopo un attacco la settimana scorsa all’ambasciata statunitense in Iraq, portato avanti da miliziani pro-iraniani. L’attacco è avvenuto in risposta a un attacco aereo statunitense sulla milizia Brigate Hezbollah, fondata da Muhandis. A questo si aggiunge il via libera del parlamento turco alla mozione di Tayyip Erdogan volta all’invio di militari turchi in Libia su richiesta del premier, Fayez al Serraj, riconosciuto dalle Nazioni Unite.
Di riflesso il dollaro è debole nei confronti dell’euro a 1,1156 (-0,13%) in attesa dei verbali dell’ultima riunione della Fed, mentre riprende terreno lo yen a 107,947 dollari (-0,56%) e il prezzo del Brent schizza del 3,23% a 68,39 dollari al barile, il massimo da metà settembre, e quello del Wti il 2,96% a 62,99 dollari al barile, record da inizio maggio, in attesa questo pomeriggio delle scorte settimanali di prodotti petroliferi Eia.
Prima verrà pubblicata la lettura preliminare dell’inflazione di dicembre in Francia e poi in Germania con attese, in quest’ultimo caso, di un tendenziale all’1,4% sia per l’indice armonizzato sia per quello nazionale, pari rispettivamente all’1,2% e all’1,1% a novembre, segnala l’agenzia Reuters. Dalla Germania è atteso anche il tasso di disoccupazione a dicembre (precedente: 5%). Mentre per l’Eurozona si guarderà alla massa monetaria M3 a novembre (precedente: +5,6% anno su anno).
Lo spread Btp/Bund è stabile quota 163,278 punti anche se non scemano le tensioni in seno alla maggioranza di governo e sul listino milanese, dove l’indice Ftse Mib cede lo 0,42% a 23.735 punti, soffrono le banche come Unicredit (-1,02% a 13,35 euro), Intesa Sanpaolo (-0,52% a 2,36 euro), Ubi (-0,41% a 2,92 euro), Bper Banca (-0,41% a 4,57 euro) e Banco Bpm (-0,49% a 2,04 euro). L’ipotesi di aggregazione di Banco Bpm con Ubi è un “esercizio di scuola privo di riscontro nel reale”, ha detto l’amministratore delegato di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, in un’intervista a Il Messaggero.
In calo anche Fca (-1,29% a 13,18 euro) che ha sottoperformato il mercato auto italiano a dicembre, giù nella galassia Agnelli anche Exor (-1,09% a 69 euro) e Cnh Industrial (-0,73% a 9,99 euro). perdono oltre un punto percentuale Azimut, Buzzi Unicem, FinecoBank, Hera, Pirelli, StM e Unipol.
Salgono, viceversa, i titoli petroliferi di riflesso al rally del prezzo del petrolio: Saipem svetta con un +1,73% a 4,45 euro, Eni sale dello 0,71% a 14,10 euro e Tenaris dello 0,84% a 10,18 euro. In rialzo frazionale Recordati (+0,55% a 38,16 euro). Non recupera Atlantia (-0,4% a 20,08 euro), ieri parecchio venduta per il rischio che alla controllata Autostrade per l’Italia venga revocata la concessione. Fuori dal paniere delle blue chip, Mediaset segna un -0,48% a 2,68 euro. Vivendi potrebbe reinvestire i proventi della vendita del 10% di Universal Music nel gruppo del Biscione e in Tim (-0,46% a 0,56 euro), come riporta oggi MF-Milano Finanza.