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“Taranto dopo Hunedoara e Liegi: acquisizione, finto rilancio e poi dismissione”
Nella memoria di 86 pagine, i tre commissari di Ilva in amministrazione straordinaria parlano di “inquietanti e sinistre analogie” con quanto accaduto in Romania e Belgio, dove in passato il gruppo ha rilevato stabilimenti, assicurato investimenti e nuove tecnologie, salvo poi abbandonare i progetti e causare la morte delle industrie. In Puglia “piano ambientale non rispettato”, “cattiva manutenzione degli impianti” e “impegni economici non mantenuti”. La richiesta di ArcelorMittal di risolvere il contratto con il governo italiano per la gestione dell’ex Ilva presenta “delle inquietanti e sinistre analogie con l’operazione di acquisizione dell’azienda siderurgica di Hunedoara compiuta da ArcelorMittal in Romania una quindicina di anni fa, e che si era in realtà risolta in una devastante deindustrializzazione dell’area, condannando la locale forza lavoro ad una massiccia e graduale emigrazione nel resto d’Europa”. È l’ultima accusa mossa dai commissari straordinari dell’ex Ilva di Taranto nei confronti dei vertici della multinazionale. Nelle 86 pagine che compongono la memoria depositata al giudice Claudio Marangoni chiamato a decidere se accogliere o meno l’istanza di recesso del contratto di affitto degli stabilimenti italiani presentata nei mesi scorsi dai legali della multinazionale, i commissari hanno ripercorso le precedenti acquisizioni fatte dal gruppo franco indiano.
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