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Giulia e Nicola ricevono 9mila euro in contanti di regali. Non li versano il giorno dopo e per l’erario è evasione
Il fisco non crede nel matrimonio. O meglio al fatto che i regali in denaro e assegni che due sposini, Nicola e Giulia, ricevono per il sì della vita, siano tali. Per i segugi dell’erario, invece, tutto quel cash e gli assegni non sono altro che una sorta di rete per occultare redditi. Sembra una barzelletta. Ma c’è poco da ridere. È tutto vero, raccontato dalla trasmissione «L’Aria che tira» su La 7. Un servizio di 2 minuti e mezzo che dimostra l’assurdità di un Paese che consente alle multinazionali di fare profitti in Italia e di tassarli in Olanda, alle web company con miliardi di fatturato di pagare qualche spicciolo all’erario italiano ma che, per rincorrere le briciole rimaste, arriva a mettere in dubbio anche la celebrazione del sacramento. «Un incubo» spiega Giulia, la sposa, nel breve filmato che rende subito chiaro la sconfitta dello Stato di diritto (tributario). «L’assistente tributarista ci ha detto che non avevamo strumenti per dimostrare quello che affermiamo. E l’onere della prova spetta a noi».
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