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Fim, Fiom, Uilm vogliono la sospensione delle attività fino al 22 marzo per sanificare gli impianti
I sindacati alzano la voce e chiedono che anche per le fabbriche sia adottata la misura restrittiva imposta da Conte. Il premier, proprio ieri sera in un messaggio rivolto a tutti gli italiani e trasmesso in diretta facebook, ha annunciato la chiusura di tutti gli esercizi commerciali, aziende e vari enti, lasciando di fatto fuori dalla lista le fabbriche che invece devono continuare la loro attività, rispettando però le misure di sicurezza anti contagio. Nei giorni scorsi proprio Confindustria aveva chiesto con insistenza che le attività produttive non fossero soggette alla nuova stretta ma sindacati elavoratori non ci stanno e minacciano uno sciopero se le loro richieste non verranno accolte.
In particolare Fim, Fiom, Uilm ritengono necessaria uno stop momentaneo di tutte le imprese metalmeccaniche fino al prossimo 22 marzo, a prescindere dal contratto utilizzato, per sanificare, mettere in sicurezza e riorganizzare tutti i luoghi di lavoro, soprattutto a causa dei pochi dispositivi presenti per la protezione individuale degli operai. “Da giorni stiamo provando a non bloccare le produzioni, cercando le soluzioni più adeguate, consapevoli dei costi umani ed economici, a partire dalla Lombardia e dalle altre aree più colpite, ma la gran parte delle aziende non sono ancora del tutto preparate a gestire questa emergenza. I lavoratori sono giustamente spaventati”, scrivono i metalmeccanici.
Questa azione sindacale non è ben vista dagli industriali lombardi che giudicano “irresponsabile” la richiesta di uno stop totale delle fabbriche. “Prima di tutto viene la salute – ha spiegato il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti – ma non possiamo dimenticare la produzione perché il fatto di chiudere completamente le fabbriche vuol dire essere tagliati fuori completamente dal mondo”.
A prescindere dalle disposizioni di Conte, alcune aziende hanno deciso di fermarsi comunque. Da stamattina sono nati scioperi spontanei in molte fabbriche, da Terni a Brescia, fino alla Fincantieri di Marghera. E lo stabilimento di Ancona della stessa Fincantieri ha proclamato 8 ore di astensione dal lavoro nella giornata di domani dopo che un operaio di una ditta in subappalto è risultato positivo al Coronavirus.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]