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Ce ne parla l’attuale presidente, Maurizio Cei
La Pertici Industries nasce nel 1965 su iniziativa di Leto Pertici che ha fondato una piccola azienda metalmeccanica specializzata nella produzione di materiali per il legno. Crescendo, si è evoluta ed ha cominciato ad interessarsi alla costruzione di macchinari per l’industria dei serramenti in alluminio e pvc, seguendo un po’ il trend di mercato. In breve tempo la Pertici diventa in questo settore fornitore di un grosso player tedesco, si sviluppa e negli anni ’80 decide di affrancarsi da questo cliente unico, approcciando i mercati internazionali. Da quel momento l’azienda vive una crescita costante ed è un punto di riferimento importante in giro per il mondo, dagli Stati Uniti all’Europa fino all’Australia.
La Pertici ha sempre avuto una vocazione internazionale ed oggi esporta l’80% della sua produzione. I principali Paesi di sblocco sono l’America con un 20% di fatturato, lo stesso per quanto riguarda l’Italia e poi a seguire l’Inghilterra, la Germania, la Cina, la Spagna, tutte con quote intorno al 7-8%.
Con la Cina la collaborazione più consistente è partita lo scorso anno, fatturando 500 mila euro. E’ stato firmato un accordo con un grosso distributore locale per triplicare questa somma. La previsione per il 2020 è quindi di passare da 500 mila euro di introiti ad un milione e mezzo. Oggi però l’attività è bloccata proprio per l’emergenza Coronavirus.
La grande recessione economica-finanziaria del 2012 colpisce anche la Pertici che affronta un momento di difficoltà. A quel punto entra in scena l’attuale direttore Maurizio Cei, allora fondatore di un Fondo Rilancio e Sviluppo specializzato nel turnaround di aziende in crisi. E’ stato interpellato dagli azionisti per verificare se il Fondo potesse salvare l’azienda. La Pertici era però una realtà troppo piccola per il Fondo e quindi Maurizio Cei decide di intervenire personalmente organizzando un management buyout con il supporto di tutti i dipendenti dell’azienda. Insieme hanno costruito un piano di ristrutturazione e sono così ripartiti. Il personale è stato inserito nella compagine azionaria con una piccola percentuale per dare a tutti un commitment, quindi un senso di responsabilità, verso l’azienda. Nel 2013 è stata rilanciata la Pertici con un budget ridotto ma con un brand prestigioso, conosciuto nel mondo. Alla fine del 2017 il Fondo e Maurizio Cei hanno riacquistato le quote dei dipendenti per dare una struttura azionaria più unitaria. E’ stata costituita una S.p.a con gli organi di controllo interno. Attualmente Maurizio Cei ha il 46% delle azioni, il Fondo SICI ha il 26-27%, Giuseppe Nencioni il 23% ed un piccolo zoccolo di azioni è stato riservato a coloro che garantiranno le migliori performance, proprio per incentivare a fare sempre meglio.
Maurizio Cei ha fiutato il grande potenziale della Pertici, nonostante le difficoltà: quando è stato chiamato in causa dagli azionisti, ha interpellato i clienti principali per verificare se fossero disposti a continuare a comprare i prodotti Pertici in un contesto nuovo, di evoluzione. I feedback sono stati tutti positivi e questo l’ha spinto ad investire sull’azienda. Nel cambio manageriale è stato fondamentale il supporto di tutti i dipendenti e di tutti i fornitori.
L’obiettivo è sempre stato quello di puntare sui prodotti “top” della Pertici rendendoli però effettivamente rispondenti alle esigenze di mercato. L’azienda nello specifico fa macchinari per la produzione di porte, finestre, persiane e verande in alluminio e pvc, con una gamma di prodotti costantemente sviluppati e perfezionati. Ma non solo. I clienti sono anche nel settore automotive e dei mobili. I macchinari sono tutti evoluti, interconnessi ed iper tecnologici. Competenza ed esperienza sono due elementi che hanno sempre contraddistinto l’azienda.
Nel 2019 i risultati sono stati talmente tanto soddisfacenti da far tornare la Pertici ai livelli pre crisi con oltre 50 tra dipendenti e collaborati e 10 milioni di fatturato.
Il top secret della Pertici riguarda lo studio per il miglioramento continuo, trovando un costante equilibrio tra il mercato, che cambia velocemente, ed il prodotto che deve rimanere sempre affidabile, di qualità e rispondente alle esigenze dei clienti.
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