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Molte aziende in campo per dare il loro contributo per arginare l’emergenza del Covid-19
Quando è in corso un’emergenza, si sa, ci sono i buoni e i cattivi. Gli operatori medico-sanitari, per esempio, gli eroi di questa situazione, e poi gli sciacalli improvvisati, che mettono in vendita il famoso gel igienizzante per le mani a 200 euro: ok il libero mercato, domanda e offerta, blablabla, ma questo è ignobile. Se pensate, così, chequesti prodotti siano diventati beni di lusso, c’è una notizia che vi farà sorridere (e in questo momento ne abbiamo tanto bisogno): LVMH, il colosso francese possessore di marchi del calibro di Louis Vuitton e Tiffany, ha convertito parte della produzione dei suoi stabilimenti, deputati alle linee cosmetiche Givenchy e Guerlain, per distribuire un disinfettante battericida per mani, gratuitamente, agli ospedali francesi.
Colto dalla pietà, Bernard Arnault, il magnate a capo del gruppo, deve aver pensato bene di investire un po’ dei suoi quattrini, anziché per comprarsi il Milan, per rendersi utile alla causa: un gesto di filantropia, non c’è che dire, ce ne fossero. Se in questo caso sono passati da borse e diamanti al gel, per magnanimità, ci sono altre storie nelle quali la conversione è stata fare di necessità virtù. La capacità di cogliere i cambiamenti del mercato e sapersi adattare all’evoluzione rapidamente, d’altronde, è una delle doti che ho riscontrato più spesso nelle migliaia di imprenditori che ho intervistato nella mia carriera, e che ha permesso loro non solo di sopravvivere ma di prosperare, mentre altri si estinguevano come dinosauri.
Così ci sono molti esempi e modelli edificanti, in questi giorni di Covid-19, che si possono raccontare. Come la piemontese Miroglio, azienda tessile specializzata in fashion, che per rispondere alla crisi ha repentinamente utilizzato i suoi macchinari per realizzare mascherine sanitarie, di cui c’è tanto bisogno; la Davines di Parma e la Menarini di Firenze, aziende cosmetica l’una e farmaceutica l’altra che ora producono gel disinfettante; c’è anche una bellissima case-history a Quindici (Avellino), dove un maglificio costruito in una ex-villa confiscata a un boss della malavita locale, presto tesserà mascherine. Anche la BC Boncar di Busto Arsizio (Varese), fornitore di packaging di lusso per l’alta moda, fabbricherà dispositivi di protezione individuale: ebbi a intervistare Anna Laura e Paolo, a Luglio dell’anno scorso, nella mia trasmissione Top Secret su Sky e all’epoca il coronavirus non era neanche nei nostri peggiori incubi. Visto che avete tanto tempo libero, in questa quarantena forzata, leggetevi un bel libricino: “Chi ha spostato il mio formaggio?”. Da questo volumetto e da storie come quelle capirete perché, non grazie a governi come l’attuale, semmai NONOSTANTE, i veri imprenditori non moriranno mai.
di: Matteo VALLÉRO
articolo uscito nella rubrica IL CAPITALE sul quotidiano La Verità di ieri 19 Marzo 2020[:]