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In campo già i grandi della moda tra Gucci, Fendi, Prada e Valentino
“Servono oltre 90 milioni di mascherine al mese. E’ un numero straordinario, ma abbiamo attivato tutti i canali per rifornirci. Purtroppo si producono in posti lontani dal nostro e su questo materiale si combatte una guerra commerciale“. A parlare poco fa in conferenza stampa è stato Domenico Arcuri, il commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19. Oggi saranno distribuite tre milioni e mezzo di mascherine per gli ospedali. “Tutte le regioni avranno mascherine per medici, operatori sanitari e malati. A partire dalla settimana successiva contiamo di dare poi a tutti gli italiani i Dispositivi di protezione individuale“, ha continuato.
Per fronteggiare la carenza di mascherine, dietro cui c’è purtroppo una grande speculazione, serve più produzione interna. Ecco allora che Arcuri continua ad appellarsi alla bontà delle aziende italiane che devono essere pronte a riconvertirsi per produrle. “Abbiamo messo 50 milioni di euro a disposizione delle aziende italiane che vogliono riconvertirsi o iniziare la produzione di Dispositivi di produzione individuale. Oggi ne produciamo pochissimi, ma in pochi giorni abbiamo oltre 100 aziende pronte a partire“, ha sottolineato.
L’appello di poco fa non era il primo e già grandi nomi della moda hanno risposto. 180 imprese della Camera della Moda si sono messe insieme spontaneamente e produrranno due diversi tipi di mascherine. “Ci dicono che riusciranno a produrne 2 milioni al giorno“, ha detto Arcuri. Al lavoro Gucci, Fendi, Prada, Valentino, Scervino, Ferragamo ma anche molte piccole aziende tessili.
Arcuri ha fornito altri numeri: posti di terapia intensiva passati da 5.343 posti a 8.370, con un aumento del 60%, da 13 a 73 ventilatori distribuiti al giorno. Ma secondo Arcuri gli sforzi fatti finora non bastano. “Dobbiamo garantire più macchine, più posti letto, più personale: dobbiamo implementare una rivoluzione del nostro sistema sanitario. Confidiamo che i numeri possano rapidamente crescere“, ha concluso.
di: Maria Lucia PANUCCI
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