[:it]Schizza l’oro. Sale anche il petrolio, in calo il dollaro
Apertura nettamente positiva a Wall Street. Nei primi minuti di contrattazioni l’indice Dow Jones sale di oltre il 7% e si avvicina nuovamente alla soglia dei 20 mila punti, mentre l’S&P 500 e il Nasdaq avanzano rispettivamente del 6,4% e del 5,85%. Sui mercati sta influendo positivamente la notizia dell’arrivo di un bazooka fiscale Usa anti-coronavirus dal valore di due mila miliardi di dollari.
Anche gli indici europei sono in solido rialzo con il Ftse Mib che a Piazza Affari torna sopra quota 16 mila punti. A Milano nuovo exploit di Nexi che sale di oltre il 10% , seguita da StMicroelectronics, Moncler ed Exor. Lo spread tra BTp e Bund si attesta poco sopra i 190 punti base. In discesa il rendimento del BTp decennale benchmark, indicato ora all’1,58% dall’1,61% della chiusura di ieri.
Corrono anche i prezzi del petrolio con il contratto di riferimento del Brent che supera i 28 dollari al barile e quello del Wti che torna sopra i 24 dollari al barile. Scenario molto positivo per il lingotto d’oro che vola a +6,6% a 1.671 dollari l’oncia, dopo due settimane di debolezza e un -2% nell’ultimo mese. Tutto merito del lancio da parte della Federal Reserve di un pacchetto di stimoli monetari potenzialmente illimitato e la chiusura di alcune raffinerie d’oro svizzere a causa del Coronavirus. “L’enorme Quantitative Easing promesso dalla Fed sta spingendo le borse al rialzo e stiamo dunque assistendo a una correlazione positiva tra oro e indici, entrambi in ripresa. Gli investitori scommettono che il coronavirus potrà essere sconfitto in tempi ragionevoli, ma anche che le Banche centrali sono ancora in grado di fermare la crisi economica che probabilmente seguirà questa crisi sanitaria con una politica monetaria iper-espansiva“, ha sottolineato Carlo Alberto De Casa, capo analista di ActivTrades che ha aggiunto: “questo è un altro elemento positivo per il lingotto, poiché a differenza delle banconote, l’oro non può essere stampato“. La banca d’affari americana Goldman Sachs ha consigliato di acquistare il metallo prezioso, affermando che può raggiungere quota 1800 dollari l’oncia.
Il dollaro si conferma debole per la seconda seduta consecutiva mentre l’euro si consolida sopra quota 1,08 nonostante il crollo del Pmi manifatturiero dell’eurozona a marzo, con il calo peggiore dall’avvio della misurazione.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]