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La parola d’ordine del futuro sarà “isolamento”?
Quanto durerà la pandemia del Coronavirus che sta sconvolgendo la vita di miliardi di persone? E’ questa la domanda che tutti, ma proprio tutti, si stanno facendo e non solo perché non conosciamo bene questo male invisibile, ma anche perché le normali abitudini quotidiane sono state totalmente stravolte. Le restrizioni italiane che impongono, ormai da qualche settimana, di stare barricati in casa e di uscire solo per una reale necessità, sono diventate un modello anche per gli altri Paesi europei che hanno visto aumentare il numero di contagi e morti. Non si può più andare al ristorante, al bar a prendersi un caffè, a fare shopping per le vie del centro, dal parrucchiere a farsi una messa in piega. Anche andare al supermercato sta diventato problematico perché c’è sempre tanta fila a qualunque ora si decida di fare la spesa.
Anche il lavoro è cambiato. A parte chi ha attività essenziali per il Paese, che continua a produrre normalmente, per gli altri è in vigore lo smart working. Niente più ufficio quindi ma si opera da casa, muniti di telefono, computer e scrivania attrezzata. Questa modalità, al di là del periodo attuale di emergenza, potrebbe prendere sempre più piede nel futuro e la cosa non sarebbe affatto male dato che stare a casa ci risparmierebbe tante spese. Ma per il resto? Torneremo alla vita normale dopo questa grande emergenza globale? La risposta è molto probabilmente no.
Il Covid-19 è stato uno scossone per tutti e di certo non vorremmo ripetere l’esperienza. Ecco allora che diversi accorgimenti rimarranno tali, almeno per un po’. Secondo infatti Technology Review, magazine della prestigiosa università Massachusetts Institute of Technology, dobbiamo tutti entrare nell’ottica di un nuovo stile di vita e nuovi modi di consumo che coinvolgeranno innumerevoli settori: probabilmente ci dovremo abituare nei prossimi anni a diffidare di metro e bar troppo affollati, delle discoteche e degli hotel non standardizzati. Le palestre potrebbero convincersi a puntare di più su corsi online. L’e-commerce, unico medium attualmente disponibile per acquistare ciò che non si trova nel nostro circondario, potrebbe subire uno sviluppo radicale. I cinema, le sale da thé, i centri commerciali potrebbero installare a tempo indeterminato poltrone distanziate almeno un metro l’una dall’altra, panchine dove ci si può sedere soltanto uno alla volta e così via.
In sostanza andremo sempre più incontro ad una economia “rinchiusa”, dettata dall’isolamento, vale a dire legata a tutto ciò che è on demand, ordinabile da casa, chiesto e usufruito online. Questo vuol dire che dovremo abitare in un mondo più algido e rigoroso? Forse sì. Adesso sembra impensabile ma appena usciremo da questa grande emergenza si farà di tutto per non ricadere negli stessi errori e prendere tutte le precauzioni del caso, almeno si spera.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]