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L’indice di fiducia dei consumatori Gfk di aprile è crollato a 2,7. Giù invece lo spread
Giornata nera per le Borse europee e Piazza Affari che aprono in rosso dopo il rimbalzo di ieri in un mercato che, come prevedevano gli analisti, è molto volatile. In avvio l’indice Eurostoxx 50 scivola dell’1,7%, a Francoforte il Dax cede l’1,8%, a Parigi il Cac40 arretra dell’1,8% e a Londra l’indice Ftse100 segna un -2,5%. Lo spread Btp/Bund scende invece a quota 180,1 punti base dopo che il premier Giuseppe Conte, in un’informativa ieri alla Camera (stamani al Senato), ha promesso un sostegno aggiuntivo all’economia che potrebbe portare al raddoppio del pacchetto da 25 miliardi di euro già annunciato.
Nonostante l’ok all’unanimità in Senato Usa al maxi piano da 2 mila mld di dollari che ora dovrà avere l’approvazione della Camera, persistono i timori per le conseguenze sull’economia globale legate al Covid-19, che continua a diffondersi a livello mondiale. In particolare gli investitori guardano oggi con apprensione all’indice di fiducia Gfk della Germania, crollato a 2,7 punti. Si tratta del dato più basso dalla crisi finanziaria del 2009, 5,6 punti in meno rispetto a marzo.
Ma non è tutto perché a preoccupare sono anche le richieste di sussidi di disoccupazione in America che potrebbero raggiungere livelli record: secondo gli analisti di Rbc le richieste dei senza lavoro potrebbero essere ben superiori a 1 milione perché la sola California ne ha registrate da inizio marzo 1 milione e gli altri Stati ne hanno avuti 100 mila in più a settimana. Citi è la più pessimista e ne stima quasi 4 milioni. Proprio in vista di queste previsioni anche i listini americani sono orientati oggi al ribasso dopo che ieri il Dow Jones ha visto un +2,39% e l’S&P 500 un +1,15%). In rosso invece il Nasdaq (-0,45%). Questa mattina la Borsa di Tokyo ha chiuso con una flessione del 4,5% dopo tre sedute consecutive di forti guadagni (+18% in soli tre giorni).
Oggi c’è attesa per la videoconferenza dei leader Ue che potrebbe risolvere la questione dell’utilizzo del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) e delle relative condizioni nella lotta al virus, come il ricorso ai famosi coronabond.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]