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Nel testo nessun riferimento ai Coronabond e al Mes
L’Italia è pronta a combattere da sola questa guerra finanziaria legata al Coronavirus. Il premier Conte ha infatti rifiutato la bozza di conclusione del Vertice Ue, andato in scena oggi pomeriggio in video conferenza. Finora l’attenzione del presidente del Consiglio europeo Charles Michel e della presidente della Commissione Ursula von der Leyen era per lo più incentrata ad aumentare il livello di coordinamento fra gli Stati membri per le misure da prendere in un settore, quello sanitario, che è di competenza nazionale e non comunitario. Questa volta però il focus è stato un altro: mettere a punto gli strumenti economici europei da utilizzare, o da creare, per sostenere l’enorme sforzo economico dei Paesi più colpiti dal virus, l’Italia e la Spagna in primis. Proprio questi due Paesi hanno fatto muro oggi perché ritengono insufficienti e deludenti le proposte contenute nella bozza.
I motivi di malcontento riguardano due fronti: da una parte la creazione di uno strumento per l’emissione di debito comune europeo, dei veri e propri Coronabond, richiesti da ben 9 Paesi dell’Ue non sembra fattibile. Rimane infatti lo zoccolo duro di Olanda e Germania che hanno sempre mostrato una contrarietà di principio su qualunque ipotesi di mutualizzazione del debito, considerandola addirittura come una violazione del quadro giuridico dell’Eurozona.
L’altro tasto dolente riguarda il ricorso al Mes, il Fondo salva-Stati, che potrebbe essere usato ma a condizioni particolari. La critica dell’Italia e di altri Stati è che non può valere la stessa “condizionalità” prevista per crisi finanziarie classiche (tipo Grecia) essendo quella del Coronavirus del tutto differente per natura. L’Eurogruppo non è riuscito a trovare il consenso generale, i capi di Stato e di Governo hanno cercato di trovare una via di uscita per poi delegare i ministri del Tesoro a definire gli aspetti tecnici. Ma per ora un’intesa non c’è.
Conte quindi è pronto a fare da solo, anche se da solo non è perché con lui c’è appunto il capo del governo spagnolo Sanchez e quello francese Macron. “Come si può pensare che siano adeguati a questo shock simmetrico strumenti elaborati in passato, costruiti per intervenire in caso di shock asimmetrici e tensioni finanziarie riguardanti singoli Paesi? Se qualcuno dovesse pensare a meccanismi di protezione personalizzati elaborati in passato allora voglio dirlo chiaro: non disturbatevi, ve lo potete tenere, perché l’Italia non ne ha bisogno“, ha tuonato il premier.
Ora l’Europa ha 10 giorni di tempo “per battere un colpo e trovare una soluzione adeguata alla grave emergenza che tutti i Paesi stanno vivendo“, dicono Italia e Spagna all’unisono. I leader dei due Paesi hanno anche avanzato una proposta per accelerare i tempi: istituire una sorta di gruppo di lavoro formato da “cinque” capi di Stato o di Governo europei per la formulazione di una proposta di risposta comune.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]