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E’ scontro con il ministro Spadafora
Si è fermato tutto per il Coronavirus, anche il calcio. Quella appena trascorsa è stata infatti la terza domenica senza partite. Ma la vera notizia non è questa ma il fatto che i vertici della Lega di serie A hanno trascorso il pomeriggio a studiare nei dettagli il documento da inviare all’Aic sul congelamento degli stipendi. Dopo il taglio dei compensi che la Juve ha stabilito sabato sera fino giugno non solo alla squadra ma anche al tecnico, alleggerendo il monte ingaggi di 90 milioni, salvo restituire ai diretti interessati nella prossima stagione due mensilità su quattro se non si tornerà a giocare o addirittura tre se invece si arriverà in fondo, ora sarà la Lega nelle prossime ore a proporre al sindacato il congelamento dei salari, sempre per quattro mesi. Non si parla di tagli perché per quelli ogni società dovrà procedere per conto suo, ma la decisione era inevitabile per tre motivi: fronteggiare la scarsa liquidità di questo periodo, evitare eventuali penalizzazioni in classifica e che qualche giocatore possa chiedere a maggio la messa in mora e quindi svincolarsi.
Certo, in via Rossellini non hanno affatto gradito la mossa isolata della squadra bianconera, in quanto speravano di presentarsi all’Aic tutti uniti, ma così non sarà. Inoltre molti club vedono l’azione della Juve come una sorta di escamotage finanziario per sistemare il bilancio. L’Aic dal canto suo fa sapere che “ci sarà tempo per discutere dei tagli. Alla comunicazione di sospensione risponderanno con una richiesta perentoria: che tutti i club si mettano in regola con i pagamenti di gennaio e febbraio“.
Intanto il ministro allo sport Spadafora ribadisce che riprendere il campionato nel primo weekend di maggio è irrealistico e proporrà il blocco di tutte le attività, compresi gli allenamenti, per tutto il mese di aprile. Una mossa che non piace affatto alla Lega che sottolinea come non sia questo il momento di “fare demagogia perché il calcio è una locomotiva per il Paese“. “In Italia oltre 32 milioni di appassionati seguono il calcio, un fenomeno sociale ed economico che dà lavoro a più di 300 mila persone generando l’1% del PIL nazionale”, ha tuonato il presidente Paolo Dal Pino che ha aggiunto: “la Serie A da sempre svolge un riconosciuto ruolo di locomotiva del comparto, producendo direttamente ogni anno circa 3 miliardi di euro di ricavi totali e generando un indotto di 8 miliardi a beneficio dell’intera piramide calcistica, oltre a una contribuzione fiscale e previdenziale di 1 miliardo di euro”.
di: Maria Lucia PANUCCI
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