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Perdite per 122 miliardi in tre anni e crollo dei nuovi mutui
Il Coronavirus travolge anche il mercato immobiliare. Il mattone, che accennava appena a riprendersi dalla batosta del 2008, pagherà un conto salatissimo a causa della pandemia. A dirlo è Nomisma, la società di consulenza aziendale, che ha diffuso i dati del suo Osservatorio sul mercato immobiliare 2020, delineando uno scenario piuttosto drammatico. Secondo le stime, a causa del crollo delle compravendite, il fatturato del settore residenziale subirà quest’anno una riduzione fra i 9 e i 22 miliardi di euro rispetto allo scorso anno e siccome dalla crisi non si uscirà velocemente, il calo nei prossimi tre anni potrebbe arrivare fino ai 122 miliardi di euro.
Nomisma si aspettava per quest’anno una crescita del Pil italiano dello 0,4%, adesso l’ipotesi più ottimistica è di una caduta di quasi il 2% che in realtà potrebbe arrivare a -5% a causa di una brusca contrazione dei consumi delle famiglie (fra -2% e -6%) e di un crollo degli investimenti (fra -3% e -8%). Risultato? L’Italia dopo questa grande emergenza sarà un Paese più povero. E questo perché tanto più cresceranno disoccupazione e cassa integrazione, tanto meno le famiglie compreranno casa. L’Istituto aveva previsto per il 2020 un tasso di disoccupazione in calo sotto il 10% ma adesso aumenta fra l’11% e il 12,4% con la possibilità di arrivare nel 2022 ad oltre il 13%. Di conseguenza si potrebbe assistere quest’anno ad un calo delle compravendite tra le 50 mila e le 120 mila rispetto alle 650 mila previste pre-virus, con un crollo del mattone fra l’8% ed il 18%.
Il grosso problema è che a tutto questo non seguirà parallelamente una discesa dei prezzi. “Questo vuole dire – sottolinea l’ad di Nomisma, Luca Dondi – che il mattone non avrà neanche la possibilità di diventare un bene rifugio per i risparmiatori in fuga dalle azioni e dalle obbligazioni a tasso zero. Se si vuole salvare qualcosa del nostro mercato immobiliare servono azioni di sistema“. L’appello è rivolto alle Banche che devono agevolare le famiglie allargando i criteri di erogazione di mutui e prestiti.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]