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Indici giù del 3% per paura del contagio. Male anche l’Europa
Come da previsione Wall Street apre il secondo trimestre in rosso. In avvio l’indice Dow Jones perde il 3,2%, l’S&P500 cede il 3,5% e il Nasdaq segna una flessione del 3%. Pesano le preoccupazioni sulla pandemia del Covid-19 dopo che il presidente americano Donald Trump ha anticipato che le prossime due, tre settimane ci sarà un picco di contagi e vittime, che potranno superare quota 100.000. Tutto questo avrà gravi ricadute sull’economia e l’occupazione.
Anche le borse europee sono in rosso, complici i dati negativi sul manifatturiero. L’indice Pmi dell’Eurozona a marzo è sceso a 44,5 dai 49,2 punti di febbraio. Più pesante il dato italiano, perché qui il Pmi manifatturiero è crollato a 40,3 punti, sui minimi dal 2009, dai 48,7 di febbraio. Piazza Affari perde oltre il 2% ma fa meglio del resto dell’Europa, sostenuta dal rally di Atlantia, che allunga ulteriormente dopo i guadagni della vigilia sulla possibilità di accordo con il Governo su Aspi.
I prezzi del petrolio iniziano il secondo trimestre dell’anno sotto pressione, dopo essere collassati del 70% nel primo trimestre. Il crollo delle quotazioni si spiega sia con il mancato raggiungimento di un’intesa per il taglio dell’output tra i paesi Opec e non Opec, sia con le preoccupazioni sul rallentamento della domanda di petrolio a causa dell’emergenza data dal Coronavirus a livello globale. I prezzi viaggiano al minimo dal 2002, in 18 anni. Oggi, a deprimere il mercato, sono i numeri resi noti dall’American Petroleum Institute, relativi alle scorte. I numeri hanno segnalato che, la scorsa settimana, le scorte di crude Usa sono balzate di 10,5 milioni di barili, più del doppio rispetto all’incremento di 4 milioni di barili atteso dal consenso. I futures sul contratto WTI scambiato sul Nymex cedono più dell’1%, a $20,27 al barile, mentre il Brent scivola di oltre -4%, a $25,19 al barile.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]