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A marzo immatricolazioni giù dell’85,4%. La peggiore è Fiat-Chrysler
A causa del Coronavirus è crollato anche il mercato dell’auto: concessionari chiusi e rimasti senza liquidità, impianti bloccati perché la produzione di automobili non è un servizio essenziale e clienti in ritirata per le misure di contenimento. E così, in questo scenario a dir poco pietoso, a marzo si è registrato il peggior dato di sempre per le immatricolazioni di nuove vetture, segnando un crollo dell’85,4%, secondo i dati riportati dal ministero dei Trasporti. Flessione di poco superiore a quella francese che registra un -72% nelle vendite, come riferito dall’associazione dei produttori di auto CCFA.
Nel periodo gennaio-marzo 2020 la motorizzazione ha immatricolato quindi in tutto appena 347.193 autovetture, con una variazione di -35,47% rispetto al periodo gennaio-marzo 2019, durante il quale ne furono immatricolate 538.067. Nello stesso periodo di gennaio-marzo 2020 sono stati registrati 818.618 Trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -26,98% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente durante il quale ne furono registrati 1.121.098. Siamo insomma al tracollo. Dati così negativi non si sono mai visti in oltre 100 anni di storia di motorizzazione. In questo contesto il quadro peggiore lo registra Fiat-Chrysler che a marzo ha immatricolato 4.649 auto, con un calo del 90,34% rispetto ai 48.109 dello stesso mese nello scorso anno.
E le previsioni per i prossimi mesi non sembrano migliorare: c’è da aspettarsi che fra marzo ed aprile il mercato auto possa perdere 350.000 pezzi, quindi con un calo del 60% su base annua. Per il Centro Studi Promotor, il risultato di marzo rappresenta “un livello paragonabile a quelli dei primi anni ’60 del secolo scorso, quando il processo di motorizzazione di massa nel nostro Paese stava muovendo i primi passi“. Un quadro allarmante secondo il presidente Gian Primo Quagliano, dal quale si può uscire mettendo in campo da subito gli strumenti per rilanciare la domanda non appena l’emergenza finirà. “In sostanza – spiega – bisogna prevedere senza indugio un meccanismo di incentivazione della domanda in grado di favorire, non solo l’acquisto di auto verdi, ma anche di auto ad alimentazione tradizionale di ultima generazione a fronte della rottamazione di modelli di generazioni precedenti, non escludendo la rottamazione incentivata di auto usate molto inquinanti con auto usate più recenti. La rottamazione, sul modello di quanto fatto nel 1997, servirebbe a svecchiare il parco auto e sostenere un comparto che rischia di pagare un prezzo molto alto”.
di: Maria Lucia PANUCCI
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