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Germania apre ai Recovery bond ma l’Olanda rifiuta anche il Mes light
L’Eurogruppo gioca oggi i tempi supplementari. Come già annunciato, si riunisce nuovamente in video conferenza nel pomeriggio, a partire dalle 17, dopo il flop di ieri nonostante le 16 ore di negoziati. Mentre si parla di un avvicinamento delle posizioni di Francia e Germania sull’opzione francese dei recovery bond, il tweet del ministro delle finanze olandese Woepke Hoekstra non fa presagire nessun tipo di apertura: “L’Olanda è e resta contraria agli eurobond perché aumentano i rischi per l’Europa anziché ridurli”. E questo, oltre a non essere saggio, non è ragionevole. L’Olanda dovrebbe garantire i debiti contratti da altri. La maggior parte dei paesi dell’area euro sostiene questa linea“.
Dopo una maratona che è andata avanti tutta la notte l’accordo finale potrebbe contenere una formulazione generica che non cita esplicitamente l’opzione di emettere bond comuni né tanto meno la parola Coronabond. Un linguaggio volutamente vago per rompere il muro dei rigoristi ed ottenere il sostegno tedesco. Se, almeno su questo, si raggiungesse l’intesa, si passerebbe la palla direttamente al Consiglio europeo della prossima settimana.
Ma il vero scoglio da superare non è questo, bensì il Fondo salva-Stati. Il compromesso raggiunto tra Parigi e Berlino prevede una versione del Mes con condizionalità minime e la possibilità di usare quei soldi per tutte le spese collegate all’emergenza Coronavirus: sanitarie, ma anche per gli interventi socio-economici. Così c’era scritto nella bozza di compromesso presentata nelle prime ore del mattino dal portoghese Mario Centeno, presidente dell’Eurogruppo. Bozza che però Olanda e Italia non hanno voluto sottoscrivere. Gualtieri chiedeva un Mes a condizioni zero mentre dall’altra Wopke Hoekstra, ministro delle Finanze de L’Aja ha fatto sapere di essere contrario anche da un Mes light.
Nelle ultime ore Parigi e Berlino sono tornati a chiedere uno sforzo per raggiungere un compromesso perché dicono, “un nuovo fallimento è impensabile“. Il pressing è stato diretto verso Roma e L’Aja, ma nelle capitali dei due principali Paesi Ue sono convinti che le resistenze italiane potranno essere superate. Preoccupa invece di più la linea olandese che non accenna ad ammorbidirsi.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]