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I tanti soldi immediati promessi alle imprese italiane sarebbero una operazione soprattutto mediatica
Il bazooka da 400 miliardi varato dal Governo per dare liquidità immediata alle imprese italiane colpite dal Coronavirus rischia di essere una grande bufala, un’operazione soprattutto mediatica fatta per ingraziarsi la gente ma che potrebbe però, invece, aumentare la frustrazione di un Paese intero.
Di soldi veri ce ne sono infatti troppo pochi, forse un paio di miliardi. E la trafila burocratica rischia di farli arrivare troppo tardi. I tempi non saranno brevi, si parla di mesi, non di giorni o di settimane, e nella maggior parte dei casi l’erogazione è subordinata a condizioni ben precise e all’esito positivo delle istruttorie degli enti erogatori. Per chi è già in crisi di liquidità i soccorsi rischiano di arrivare in ritardo.
Risultato? Molte banche hanno segnalato che, dal giorno dopo la conferenza stampa di Conte sul decreto Liquidità, sono state subissate di telefonate di cittadini e imprenditori che chiedevano credito agevolato e alla risposta, inevitabile, che le procedure non sono ancora pronte e che non tutti ne avranno diritto, molti hanno reagito rompendo le vetrine delle banche stesse o facendo dei veri e propri gesti intimidatori come tagliare le gomme delle auto dei dipendenti.
I famosi 400 miliardi non sono veramente tali: i 200 miliardi di crediti all’esportazione ci sono sempre stati o meglio sono la cifra massima che può essere garantita dalla Sace. Rispetto all’altra metà bisogna ricordare che si tratta di un ammontare massimo di credito che non è detto che sarà realmente tutto erogato.
I veri soldi liquidi sono pochi e poi ci sono molti altri problemi di natura più logistica. In questo momento infatti le banche sono sotto organico e la maggior parte dei dipendenti lavora in smart working, quindi con una capacità di risposta certamente inferiore rispetto al normale. E poi non bisogna dimenticare che comunque si tratta di prestiti, che dovranno essere restituiti in tempi relativamente brevi e che avranno come risultato immediato per i prossimi anni un aumento dell’indebitamento medio delle imprese italiane.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]