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E’ il primo dato negativo dal 1992
Brutte notizie per la Cina. Il Coronavirus ha affossato per la prima volta da quattro decenni l’economia del Paese. Nel primo trimestre del 2020 il Pil è crollato del 6,8%, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A riferirlo è l’Ufficio nazionale di statistica che sottolinea che si tratta del primo segno meno dal 1992, anno di avvio delle statistiche su base trimestrale, mentre l’ultima recessione annua che la Cina ha registrato risale al 1976, alla fine della Rivoluzione Culturale. Un dato questo che si pone abbastanza in linea con le aspettative degli analisti, che in media avevano indicato la probabilità di un cedimento intorno al 6,5%, soprattutto per l’esplosione dell’epidemia a Wuhan che ha finito per semi-paralizzare la Cina a partire dalla fine di gennaio. Rispetto al trimestre precedente, la variazione congiunturale è pari a -9,8%.
Il blocco delle attività in intere regioni, a iniziare da quella di Wuhan, hanno portato in negativo tutti gli indicatori, a iniziare dalla produzione industriale. L’Ufficio Nazionale di Statistica della Cina ha infatti reso noto che gli investimenti in asset fissi sono calati del 16% rispetto a un anno prima, mentre quelli in infrastrutture sono diminuiti del 20%. L’export è sceso nel trimestre del 13,3%. A marzo le vendite al dettaglio di beni di consumo risultano in calo del 16%, mentre la produzione industriale mensile ha recuperato fino a limitare l’arretramento all’1,1%.
Si tratta di contrazioni inedite ma le autorità cinesi fanno sapere di attendersi una netta ripresa a partire dal secondo trimestre. Vari esperti indicano che il Governo cercherà di evitare che anche il secondo trimestre mostri il segno negativo, il che sancirebbe una recessione. Oltre alle misure monetarie e ai tagli alle tasse già varati, si parla di un pacchetto di nuovi stimoli che dovrebbero essere introdotti a breve, con ulteriori supporti a imprese, banche e famiglie.
di: Maria Lucia PANUCCI
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