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Il premier ribadisce: “Il Mes ha una brutta fama. L’Europa ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco nella crisi”
Il premier Conte non molla la presa ed insiste ancora una volta sulla necessità di emettere gli ormai famosi coronabond come strumenti finanziari per uscire dalla crisi dovuta al Coronavirus. “L’Ue ha bisogno di tutta la sua potenza di fuoco per uscire dall’emergenza, nello specifico attraverso l’emissione di titoli comuni. Viviamo il più grande shock dalla guerra e a questo anche l’Europa deve dare una risposta“. Parla così il nostro presidente del Consiglio in un’intervista alla Sueddeutsche Zeitung, uno dei più importanti quotidiani tedeschi. E lo fa alla vigilia del prossimo Consiglio europeo in programma giovedì 23, quando finalmente si deciderà cosa fare.
Il suo attacco alla Germania è diritto anche in questo caso, quando il numero uno di casa nostra parla attraverso un mezzo di informazione tedesco. “Molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi – ha aggiunto. La Germania ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell’Ue e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da freno per l’Europa“. E la sua repulsione nei confronti del Fondo salva-Stati non accenna minimamente a diminuire. “Il Mes in Italia ha una cattiva fama – ha sottolineato Conte. – Non abbiamo dimenticato che ai greci, nell’ultima crisi finanziaria, sono stati richiesti sacrifici inaccettabili perché ottenessero i crediti“.
Altro che Unione europea, l’Italia, proprio nel momento di maggiore difficoltà, è stata lasciata sola ed è sempre più forte la sfiducia degli italiani verso una istituzione che avrebbe dovuto consentire ai Paesi membri di camminare insieme, non certo divisi. “Anche Ursula von der Leyen si è scusata per questo a nome dell’Unione europea, nell’Europarlamento. Devo dire che ho molto apprezzato questo gesto“, ha specificato Conte.
Rimane comunque il fatto che giovedì non si decide solo quali strumenti mettere in campo per fronteggiare la pandemia, la più grande crisi dal Dopoguerra ad oggi, ma sarà in ballo anche il destino dell’Europa stessa.
di: Maria Lucia Panucci
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