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Ecco come il Coronavirus cambia le preferenze degli italiani
La casa dei sogni non è più in città. Molti preferiscono stare in provincia ed in posti più tranquilli. Ebbene sì, il Covid-19 ha cambiato, almeno per il momento, le preferenze abitative degli italiani. A dirlo è uno studio pubblicato da Idealista che sottolinea che se nel periodo precedente all’emergenza il 34,1% delle ricerche immobiliari nel nostro Paese interessavano i principali capoluoghi, da quando è stato decretato il lockdown questa percentuale è scesa al 30,9 %.
Cala soprattutto l’interesse per le grandi città. Andando nel dettaglio, Roma ha catalizzato il 68,4% delle ricerche nel corso del mese di gennaio ed ora quell’interesse è sceso al 67,4%. Sulla stessa linea anche Milano (63,5% a gennaio rispetto all’attuale 62,7%), mentre Napoli è in controtendenza passando dal 48,2% di gennaio al 48,9% di ora. A Torino lo spostamento delle preferenze dalla città verso la provincia è più marcato, passando dal 50,1% al 44,8%. Trieste si aggiudica il primato per essere la città in cui la variazione della domanda è maggiore: a gennaio il 59,6% delle ricerche era concentrato nel capoluogo, mentre durante l’emergenza Covid-19 è sceso al 45,8%.
Solo 10 città fanno eccezione secondo lo studio. Quattro di queste sono in Veneto e sono Venezia, città che passa dal 57,1% al 65,6%, Padova dal 53,8% al 59,1%, Treviso dal 48,7% all’attuale 51,8%, mentre una variazione nettamente minore la registra Belluno che passa dal 17,5% delle preferenze a gennaio al 17,7% di oggi.
Il motivo di questo cambio di interesse? La comodità, la calma e spazi più ariosi, caratteristiche che si trovano maggiormente in soluzioni abitative in campagna o in provincia rispetto alla città. “Possiamo interpretare questo calo diffuso delle ricerche in città rispetto alla provincia come il segnale di un trend che sta per iniziare – ha spiegato Vincenzo De Tommaso, Responsabile Ufficio Studi di idealista. – Nei prossimi mesi questa tendenza potrebbe consolidarsi e aumentare in virtù del fatto che molte aziende aderiranno in massa alla modalità smart-working come condizione permanente. I dati mostrano che durante la quarantena, molti italiani hanno capito che vivono in una casa che non gli piace e che preferirebbero vivere in aree lontane dai grandi centri urbani in cambio di case indipendenti, più spaziose, con giardini e terrazze”.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]