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Negozi, ristoranti, parrucchieri ed estetiste cambieranno il proprio stile di lavoro
Camerieri, ristoratori, negozianti, commessi, parrucchieri ed estetiste. Sono oltre 6 milioni i lavoratori che svolgono professioni di prossimità, cioè a diretto e stretto contatto con il pubblico, che proprio a causa della estrema vicinanza, saranno costretti a ripensare il proprio stile di lavoro nella Fase 2, quella di convivenza con il virus, quando pian piano tutta l’economia italiana ripartirà. Non solo mascherine e guanti, obbligatori per tutti, ma anche dispositivi specifici di protezione. E non solo. Le tante professioni di prossimità dovranno aggiungere un’attenzione continua all’igiene, personale e dell’ambiente di lavoro e una riorganizzazione dell’attività funzionale a garantire la sicurezza dei clienti, tramite contingentamento degli accessi ai locali, turnazioni e nuova gestione degli spazi.
In negozio ad esempio l’ingresso sarò limitato: si potrà entrare un po’ per volta per evitare assembramenti pericolosi, un po’ come avviene adesso quando andiamo a a fare la spesa. Ma poi si punterà molto di più sulla vendita online, sulle consegne a domicilio e sulle campagne promozionali ad hoc, per smaltire magari gli acquisti effettuati per la stagione primaverile prima che termini.
I ristoratori dovranno pensare ad una vera e propria riorganizzazione della modalità di lavoro. A partire dagli spazi, che dovranno inevitabilmente essere riprogettati per garantire una adeguata distanza tra tavoli e persone, fino ai tempi di lavoro, laddove sarà ipotizzabile una estensione del modello del doppio turno già diffuso tra i locali di maggiore successo. Inoltre molti dovranno continuare a puntare sul servizio a domicilio che in questo periodo ha salvato molte attività, soprattutto pizzerie e fast food.
Estetiste e parrucchieri non potranno più operare senza appuntamento: questo comporterà sicuramente un prolungamento dell’orario di lavoro per gestire il flusso della clientela. Ed anche dal medico bisognerà andare per esami specialistici che comporteranno percorsi appositamente dedicati a quel paziente.
Il servizio di pulizia domestica sarà molto probabilmente uno dei primi a riprendere dopo il lockdown. In questo caso è facile pensare che, a parte la temporanea sospensione dell’attività, poco cambi all’interno delle mura domestiche, salvo il rispetto di quelle norme minime di sicurezza che ormai contraddistinguono ogni rapporto sociale, anche in famiglia.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]