[:it]
“Per colf e badanti stiamo ancora valutando”
Regolarizzare i cittadini stranieri che raccolgono in nero per pochi euro la frutta e la verdura che arriva sulle nostre tavole. E’ questo l’obiettivo di una sanatoria al vaglio del Governo per i braccianti irregolari occupati nel settore agricolo. A lavoro ci sono la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e quella delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova. Una misura pensata anche per cercare di contenere il rischio di diffusione di nuovi contagi da Coronavirus. “Stiamo pensando al problema della raccolta dei prodotti, per far emergere chi attualmente lavora in nero, anche per una questione di sicurezza, in modo da permettere di seguire le linee sanitarie richieste in questa fase”, ha argomentato il titolare del Viminale intervenendo in audizione in videoconferenza davanti alla commissione Affari costituzionali della Camera.
Lamorgese ha tuttavia ridimensionato il numero di persone che potranno beneficiare del provvedimento. Non riguarderà infatti 600 mila persone e sarà limitato per il momento al settore agricolo. “Si tratterà di un provvedimento che non vedrà certo la regolarizzazione di tutte le unità presenti, ma certamente di coloro che servono in questo momento, con precise regole“, ha precisato. Ancora da decidere comunque se la sanatoria potrà essere allargata anche ad altri settori. “Per colf e badanti ci riserviamo una valutazione. Di concreto, al momento, non c’è però nulla. Affronteremo l’argomento quando sarà necessario”, ha specificato la ministra. A spingere affinché la sanatoria riguardi anche i collaboratori domestici c’è Assindatcolf, l’organizzazione che rappresenta i datori di lavoro del settore, che stima la presenza in Italia di circa 200 mila domestici in nero senza permesso di soggiorno. “Scegliere di non regolarizzare anche colf, badanti e baby sitter insieme ai lavoratori dell’agricoltura sarebbe un errore gravissimo – ha avvertito Andrea Zini, vice presidente Assindatcolf. – Il mancato gettito Inps e Irpef derivante dal lavoro dei 200 mila domestici con i documenti non in regola ammonta a circa 400 milioni di euro l’anno”.
Favorevole alla regolarizzazione la Cgil, anche se il segretario confederale Giuseppe Massafra ritiene “sbagliata ed opportunistica” l’idea di legarla solo al settore agricolo perché “non tiene conto della condizione di ricatto e sfruttamento vissuta da tutte le lavoratrici e i lavoratori stranieri“. Pure l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, si dice d’accordo. “La proposta del ministro dell’Interno di attivare percorsi tutelati di regolarizzazione per chi contribuisce allo sviluppo del nostro Paese ed è presente sul territorio ci trova d’accordo”, ha affermato il delegato all’immigrazione e sindaco di Prato, Matteo Biffoni.
All’attacco invece l’opposizione. “Una vera e propria follia“, gridano a più voci da Forza Italia.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]