In rivolta ristoratori, estetisti e parrucchieri di tutta Italia che vogliono riaprire
Bar, ristoranti, estetiste e parrucchieri non ci stanno a riaprire il prossimo 1 giugno, così come disposto dal Governo in merito alla Fase 2, in partenza dal prossimo 4 maggio. Vogliono ricominciare a lavorare subito e per questo scendono in piazza a protestare.
Da Cefalù a Savona, da Roma a Venezia fino ad arrivare a Milano, i lavoratori del settore alberghiero e della ristorazione hanno aderito in maniera massiccia e unitaria al flash mob Risorgiamo Italia, organizzato da imprenditori Ho-Re-Ca e Locali di Pubblico Spettacolo uniti per chiedere al Governo di consentire a tutti di ripartire.
La manifestazione è iniziata con gli esercenti che hanno rialzato la saracinesca e acceso le luci delle attività ed è continuata poi con un flash mob in cui venivano simbolicamente consegnate le chiavi degli esercizi ai vari sindaci delle rispettive città. A Venezia la scritta #RisorgiamoItalia ha illuminato il campanile di Piazza San Marco, mentre a Roma gli imprenditori hanno consegnato le chiavi a Virginia Raggi. Anche Gianfranco Vissani ha consegnato, in modo simbolico, le chiavi del proprio ristorante di Baschi al sindaco del comune umbro, Damiano Bernardini. Insieme a lui, davanti al municipio, era presente una delegazione di altri 7 operatori locali del comparto che hanno aderito all’iniziativa.
A Milano in segno di protesta una delegazione che rappresenta circa due mila commercianti ha consegnato le chiavi di altrettanti locali e ristoranti al Comune. La delegazione, composta da tre persone per evitare assembramenti, ha raggiunto piazza della Scala sfilando simbolicamente per via Manzoni, zona commerciale del centro. “Non sappiamo se riusciremo a riaprire a giugno perché non sono chiare nemmeno le regole, abbiamo subito cali di fatturato del 70% e dovremo investire per adeguare le nostre attività a nuove misure di sicurezza. Noi viviamo di convivialità e al momento non sappiamo nemmeno se una famiglia di 4 persone può stare seduta insieme al tavolo di un bar o di un ristorante. Anche sui dispositivi di protezione non c’è chiarezza“, ha spiegato il promotore della manifestazione e ristoratore, Alfredo Zini.
Anche nella Piazzetta di Portofino si sono riaccese le luci dei ristoranti, ma solo per una sera e per protesta. Sedie vuote posizionate in piazza a San Giovanni Rotondo. “Chiediamo che lo Stato si faccia carico delle nostre interpellanze, rivolte alla riapertura delle attività e alla ripartenza dell’economia in un certo modo – hanno detto i commercianti locali. – Con queste condizioni anche se ci sarà la possibilità di riaprire, molti di noi non lo faranno perché ci sono delle regole che non ci permettono di avere un afflusso di clientela tale da poter sopportare le ingenti spese“.
La protesta contro le modalità di ripartenza della fase 2 serve anche a chiedere la diminuzione delle tasse e dei gravami burocratici che ostacolano lo svolgimento dell’attività imprenditoriale. “Sono stati chiesti sacrifici a tutti e siamo disposti a farli, ma anche dall’alto devono farli e venirci incontro, soprattutto sui costi fissi. Non possono pretendere che ci rimettano i padroni dei muri, i fornitori o i clienti“, dicono gli imprenditori.
di: Maria Lucia PANUCCI