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Un crollo mai registrato dal 1995
Il Pil italiano nel primo trimestre 2020 è calato del 4,7% sul trimestre precedente e del 4,8% sull’analogo periodo dello scorso anno. Lo comunica l’Istat nella stima preliminare spiegando che il dato è corretto per gli effetti di calendario ed è destagionalizzato. Secondo l’Istituto la flessione “è di un entità mai registrata dall’inizio del periodo di osservazione dell’attuale serie storica che ha inizio nel primo trimestre del 1995“. “Il Pil ha subito una contrazione di entità eccezionale indotta dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento“, si legge nella nota.
Giù tutte le componenti produttive. Secondo l’Istat la variazione congiunturale del Pil italiano nel primo trimestre “è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutte le principali componenti produttive. Dal lato della domanda, vi sono ampi contributi negativi sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta“. Il primo trimestre del 2020 ha avuto lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al primo trimestre del 2019.
L’Istat rivela anche che la variazione dell’indice dei prezzi al consumo risulta nulla su base annua (da +0,1% del mese precedente). Una situazione del genere non si trovava dall’ottobre del 2016. La prima causa dell’appiattimento del tasso sta nella “dinamica dei prezzi dei beni energetici, che amplificano la loro flessione“. Ad aprile però rincara in modo marcato il cosiddetto “carrello della spesa”, che include i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona, con il tasso calcolato su base annua che dal +1,0% di marzo balza al +2,6%, portandosi a un livello di crescita che non si registrava dal febbraio 2017.
di: Maria Lucia PANUCCI[:]