Ecco tutte le novità contenute nella bozza del provvedimento
“Nel decreto maggio (in realtà aprile) ci saranno forme di indennizzo diretto alle imprese, non prestiti, ma ristori a fondo perduto. Ci sarà un reddito di emergenza, incentivi per il turismo, ulteriori linee di credito, la replica dei 600 euro per le partite Iva”. Ad annunciarlo poco fa a Skytg24 è stato il capo politico del M5S Vito Crimi. La bozza del provvedimento con le nuove misure anticoronavirus, che dovrebbe andare in Cdm entro metà settimana, contiene un pacchetto di 44 norme per il sostegno ai redditi e la protezione del lavoro. Si va dal rinnovo delle misure già previste con il decreto Cura Italia, come Cig e cassa in deroga, all’introduzione del nuovo Rem, il reddito di emergenza.
Proprio quest’ultimo è istituto da questo mese come misura di sostegno al reddito per i nuclei familiari in difficoltà per l’emergenza dovuta al Covid-19. “ll Rem è determinato in un ammontare pari a 400 euro mensili fino ad un massimo comunque non superiore a 800 euro mensili“, si legge nella bozza del decreto. E’ erogato per tre mensilità a decorrere dal mese in cui è stata presentata la domanda, entro il termine del mese di luglio 2020.
La cig vale per 18 settimane. “I datori di lavoro che nell’anno 2020 sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19 possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale ‘emergenza Covid-19’ per una durata massima di diciotto settimane, per periodi decorrenti dal 23 febbraio 2020 al 31 ottobre 2020“, si legge ancora.
E’ erogata anche per il mese di aprile l’indennità di 600 euro ai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data del 23 febbraio e ai lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa attivi alla medesima data, iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie. Ai liberi professionisti titolari di partita Iva attiva alla data di entrata in vigore di quest’ultimo decreto, iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che abbiano subito una comprovata riduzione di almeno il 33% del reddito del secondo bimestre 2020, rispetto al reddito del secondo bimestre 2019, è riconosciuta una indennità per il mese di maggio 2020 pari a 1000 euro. La stessa indennità è prevista per i lavoratori titolari di rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, iscritti alla Gestione separata, non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme previdenziali obbligatorie, che siano titolari di rapporti di lavoro la cui durata non si protrae oltre il 31 dicembre 2020 o che abbiano cessato il rapporto di lavoro entro la data di entrata in vigore del presente decreto.
Ai lavoratori domestici che abbiano in essere, alla data del 23 febbraio 2020, uno o più contratti di lavoro per una durata complessiva non superiore a 20 ore settimanali, è riconosciuta, per i mesi di aprile e maggio 2020, un’indennità mensile pari a 400 euro, per ciascun mese. Ai lavoratori domestici che abbiano in essere, alla medesima data, uno o più contratti di lavoro di durata complessiva superiore a 20 ore settimanali, è riconosciuta, per i mesi di aprile e maggio 2020, un’indennità mensile pari a 600 euro, per ciascun mese. Il decreto prevede anche che il bonus baby sitting salga da 600 a 1200 euro e venga esteso anche all’iscrizione ai servizi integrativi per l’infanzia, ai servizi socio educativi territoriali, ai centri con funzione educativa e ricreativa e ai servizi integrativi o innovativi per la prima infanzia.
I licenziamenti sono inoltre congelati per altri tre mesi. Nel decreto si legge anche che “chi a inizio emergenza ha licenziato per giustificato motivo oggettivo potrà ritirare il recesso facendo contestualmente richiesta di Cig in deroga dalla data del licenziamento, a prescindere dal numero di dipendenti dell’impresa. La misura vale per i rapporti di lavoro interrotti tra il 23 febbraio e lo stop ai licenziamenti, in vigore dal 17 marzo. Il rapporto di lavoro sarebbe quindi ripristinato senza soluzione di continuità e senza oneri né sanzioni per il datore di lavoro“.
di: Maria Lucia PANUCCI
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