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Viaggiano a ribasso anche le Borse europee
Wall Street parte in ribasso come anticipato anche stamattina dall’andamento debole dei future. Sulle prime rilevazioni il Dow Jones accusa una flessione dell’1,36%; sulla stessa linea, giornata negativa per lo S&P-500 che continua la seduta a 2.801,06 punti, in calo dell’1,05%. In lieve ribasso il Nasdaq 100 (-0,54%), come l’S&P 100 (-0,9%). Sul sentiment degli investitori pesano gli scontri tra Stati Uniti e Cina, mentre temono una seconda ondata di contagi della pandemia dopo gli sforzi di vari Paesi per allentare il lockdown.
Anche le Borse europee continuano a viaggiare in rosso sempre per le tensioni Usa-Cina sull’origine del Coronavirus. I listini, che devono fare i conti con la storica frenata della manifattura nel Vecchio Continente, cedono tutti tra il 2 e il 3% con le vendite che stanno affossando soprattutto i comparti legati a energia, auto e banche. Nelle scorse ore, il presidente americano Donald Trump e il segretario di Stato Mike Pompeo hanno puntato il dito con forza contro Pechino, minacciando nuovi dazi e accusando il Paese asiatico di avere creato il virus in laboratorio, nascondendone la reale gravità per avvantaggiarsi sul resto del mondo.
A Piazza Affari le vendite penalizzano soprattutto i titoli petroliferi a partire da Tenaris, che cede oltre il 5% dopo i conti, ed Eni in scia con la debolezza del greggio. In rosso la galassia Agnelli, da Cnh a Fca. Giù anche i titoli più esposti all’export oltre alle banche, mentre Atlantia è in fondo al listino dopo un rally di un mese e mezzo che l’ha portata a recuperare il 50% circa in Borsa. La holding dei Benetton cede terreno anche per le indiscrezioni su nuove tensioni nella maggioranza tra Pd e Cinque Stelle sulla gestione del negoziato con la concessionaria. In questo contesto si salvano le utility ma la migliore è Diasorin in attesa di novità sui test sierologici sul Covid-19. Sul resto del listino, Fincantieri segna un rialzo a due cifre dopo la maxi scommessa della Marina Usa per quasi 800 milioni di dollari.
Torna a scendere invece lo spread tra Btp e Bund che al momento si attesta sui 232 punti base.
Dopo i guadagni della scorsa settimana torna a calare il prezzo del petrolio. A pesare sono le preoccupazioni sull’eccessiva disponibilità di greggio a causa della domanda in forte crisi e le tensioni commerciali Usa-Cina che potrebbero frenare la ripresa economica mondiale (nonostante in molti Paesi stia scattando in queste ore la cosiddetta “fase 2”). I future sul Wti con scadenza a giugno sono scambiati a 19,3 dollari al barile, con un calo del 2%. Le quotazioni sul Brent del Mare del Nord, con scadenza luglio, perdono e sono in lieve calo ma sopra quota 26 dollari. Il trend è inverso rispetto a quello della scorsa settimana, periodo nel quale il contratto di riferimento del petrolio Usa è aumentato del 17%, mentre il Brent ha registrato un +23%.
di: Maria Lucia PANUCCI
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