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Gentiloni: “Nella crisi bisogna trovare strumenti comuni per evitare che le ripercussioni siano troppo diverse”
Il Pil italiano giù del 9,5%. La Commissione europea presenta le prime previsioni economiche dallo scoppio dell’emergenza sanitaria e fa un quadro a dir poco nero del nostro Paese. La pandemia e il lockdown hanno infatti spinto l’economia italiana in una “profonda recessione“, con una “rimbalzo tecnico nella seconda metà del 2020“, sostenuto dalle misure del Governo, e una “parziale ripresa” solo nel 2021 del 6,5%.
Per la zona euro nel suo insieme si prevede una recessione quest’anno del 7,7% e una ripresa l’anno prossimo del 6,3%. Nel 2020 sarà la Grecia, tra i Paesi Ue, a registrare il maggiore crollo del Pil con una flessione del 9,7% ma l’Italia, con un calo del -9,5%, si piazzerà comunque in seconda posizione. Al terzo posto c’è la Spagna (-9,4%) mentre la Francia registrerà il quinto maggior calo (-8,2%). La Germania dovrebbe invece cavarsela con una flessione del 6,5% classificandosi 18ma nell’Ue dove sarà la Polonia (-4,3%) a subire il danno minore. “Questa crisi riguarda tutti gli Stati membri, ma la ripresa varia a seconda della severità del contagio, della durata delle misure di contenimento e dello stato dell’economia. Dobbiamo evitare di finire con grandi disparità nel mercato interno, che diventano fisse. E’ il motivo per cui dobbiamo subito approvare un piano di rilancio europeo ambizioso“, ha spiegato il vicepresidente Valdis Dombrovskis. Parole queste sostenute anche dal commissario agli affari economici Paolo Gentiloni che poco fa ha detto: “E’ la crisi peggiore che l’Unione europea abbia avuto. L’impatto sarà differenziato da Paese e Paese nonostante riguarda tutti. Per questo è fondamentale agire in modo comunitario per evitare che le ripercussioni siano troppo diverse. L’Italia è stata uno dei Paesi più colpiti ma ha saputo reagire in modo esemplare, facendo da apripista anche per gli altri Stati che hanno preso decisioni simili alle nostre. Bisogna adesso continuare sulla strada giusta per ripartire bene. La priorità è dare una risposta europea coordinata che aiuti tutti i Paesi”.
A proposito dell’Italia, la Commissione europea è particolarmente cauta. “I rischi per la crescita sono al ribasso. Sia l’elevato e crescente debito pubblico così come un possibile aumento dei crediti in sofferenza potrebbero avere un impatto negativo sulle condizioni di finanziamento“, si legge in una nota.. A proposito di conti pubblici, Bruxelles teme che nel 2020 il saldo primario possa essere negativo per la seconda volta da quando l’unione monetaria ha visto la luce. La recessione comporterà infatti un netto calo dell’inflazione e un forte aumento del deficit e del debito pubblico. In Italia il disavanzo, sempre secondo Bruxelles, salirà all’11,1% del Pil quest’anno, per poi scendere al 5,6% del prodotto interno lordo l’anno prossimo. Il debito sfiorerà il 159% del Pil nel 2020 (rispetto al 134,8% l’anno scorso). Il calo nel 2021 sarà limitato: al 153,6% del PIL. Il numero di Paesi della zona euro con un debito superiore al 100% del PIL passerà da tre a sette.
di: Maria Lucia PANUCCI
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