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E’ scontro nella maggioranza e la ministra valuta le dimissioni
“Se non passa mi pone di fronte una riflessione attenta. Per me è motivo di permanenza nel governo, non sono qui per fare tappezzeria“. La ministra delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, è pronta a dare le sue dimissioni se non dovesse essere inserito all’interno del dl di maggio il provvedimento che punta a regolarizzare i lavoratori stranieri. “Per me questa non è una battaglia strumentale perché queste persone non votano – precisa. – C’è diffidenza perché per anni si è fatta passare l’idea che i diversi sono i nemici e che gli immigrati vengono qui a toglierci il lavoro. Sono invece fondamentali per portare avanti alcune attività, non solo in agricoltura dove rischiamo sperperi enormi per la mancata raccolta, ma anche le badanti che assistono tante persone anziane“.
Bellanova vuole concedere un permesso di soggiorno temporaneo per 6 mesi rinnovabili ai 600 mila migranti che si trovano nel nostro Paese per farli diventare una forza produttiva da sfruttare laddove ce n’è più bisogno. ”O ci facciamo carico dei cittadini senza permesso di soggiorno che sono in Italia e li facciamo lavorare in modo regolare o le aziende lasceranno marcire i prodotti con tutto il danno che questo comporta e con lo spregio rispetto alla povertà, di non potersi permettere di comprare un litro di latte o un chilo di frutta, o altrimenti le aziende li utilizzeranno in modo irregolare, o attraverso la criminalità”, spiega. Per la ministra la cosa più sbagliata in questo momento è contrapporre cittadini italiani e cittadini extracomunitari.
Non solo. Chi percepisce dei sostegni al reddito, spiega la ministra, se va a lavorare prenderà il salario per la mansione che andrà a fare, senza perdere il sostegno al reddito. ”Ho dato la disponibilità a lavorare perché si possa rendere compatibile il sussidio del reddito di cittadinanza e l’indennità di disoccupazione con il lavoro nei campi – sottolinea. – Dobbiamo creare le condizioni perché le imprese possano trovare il personale qualificato che serve per le prossime campagne di lavorazione. L’esigenza che noi abbiamo adesso è di 270.000-350.000 persone per andare a fare la raccolta degli ortaggi e della frutta”.
Neanche a dirlo è scontro nella maggioranza sul tema dei lavoratori migranti da regolarizzare nel settore agricolo. Il capo politico di M5s, Vito Crimi si è detto contrario. “Non accetto i permessi di soggiorno temporanei, perché così il lavoro nero aumenta“, ha spiegato.
Giuseppe Provenzano, ministro per il Sud, sottolinea che la regolarizzazione dei lavoratori in nero “non è una questione di bandierine“. “Troveremo la soluzione – annuncia – e credo che sia urgente“. Il Pd invece, con il parlamentare Matteo Orfini, prende le difese di Bellanova mentre dall’opposizione il leader della Lega, Matteo Salvini, approfitta della polemica in seno alla maggioranza per ribadire il suo no a una “maxisanatoria su irregolari“.
di: Maria Lucia PANUCCI
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